Purtroppo sono sempre stati non tantissimi i sacerdoti cattolici che hanno diffuso la devozione ai santi angeli, tra questi pochi è da segnalare don Salvatore De Lorenzo che nacque a Melito Porto Salvo (RC) il 6 gennaio 1874. Sin da adolescente, seguì la vocazione religiosa e, nel settembre 1889 venne ordinato sacerdote, nonostante una iniziale opposizione del padre Demetrio, benestante imprenditore, e con il silenzioso sostegno della madre, Antonina Zampaglione, donna di profondità religiosità. Il 21 giugno 1901 conseguì la Regia Università di Messina la laurea in Lettere con una brillante tesi su “L’ipotesi messianica nella Quarta Egloga di Virgilio”. Relatore era il poeta Giovanni Pascoli, poi divenuto suo amico. Nonostante le concrete possibilità di carriera accademica, egli preferì seguire la sua vocazione al ministero pastorale: fu, quindi, parroco della Chiesa di Maria SS. della Purificazione (o della Candelora) dal febbraio 1906 alla morte). Il catastrofico terremoto ... |
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Albano Carrisi, in arte Al Bano, nato a Cellino San Marco (BR) in Puglia, nel 1943, emigra a sedici anni a Milano sulle orme di Domenico Modugno, e intraprende ancora ragazzo la carriera di cantautore. Dopo una dura gavetta, gli sforzi sono ripagati. Arriva al successo conquistando con i propri album i primi posti nelle hit parade italiane e internazionali. I suoi concerti – dal Giappone alla Russia, dagli Stati Uniti all’America latina -. Sono stati seguiti da milioni di persone. Ha conquistato ventisei dischi d’oro e otto di platino., la sua carriere artistica si è aperta anche alla lirica, alla musica sacra e alla televisione. E’ ambasciatore dell’ONU contro la droga e della FAO. Ha pubblicato E la mia vita (con Roberto Allegri, Mondadori m, 2006) e Con la musica nel cuore (con Roberto Allegri, Mondadori , 2008). Nel libro intitolato “ Io ci credo” e nel successivo Fra cielo e terra racconta il suo incrollabile rapporto con Dio e con la fede. ... |
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Nel tempo di Natale, nonostante i molteplici eventi drammatici che incombono sulla società, echeggia più che mai il cantico degli spiriti celesti che ci offrono la vera pace che solo Dio può donarci. L’evangelista Luca scrive: “E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”(Lc2,13-14). La nascita di Cristo è un avvenimento di eccezionale importanza: l’unigenito di Dio, generato fin dall’eternità è identico al Padre ha desiderato incarnarsi assumendo la natura umana nella completa sottomissione al Padre. Cristo, uomo-Dio, nascendo offre al padre un culto perfetto, per permettere all’umanità di riconciliarsi con Dio. Questa è la ragione della immensa gloria che gli spiriti celesti offrono al bambinello Gesù. Gli angeli, infatti, in tal modo esaltano l’opera del Creatore, nella quale egli ha manifestato all’universo la sua ... |
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S. Francesco Caracciolo (1563–1608) è il sacerdote fondatore dei Chierici Regolari Minori da lui detti padri Caracciolini. Giovane prete si ritirò nell'eremo di Camaldoli per scrivere la Regola di una Congregazione di sacerdoti che voleva fondare. Pensò di darle come caratteristica un obbligo a una spiccata devozione Eucaristica. Nel Settecento il pittore Ludovico Stern ( 1709 - 1777) realizzò una pala d’altare per la chiesa romana di San Lorenzo in Lucina in cui un angelo attorniato da serafini, cherubini e angeli incensanti presenta a San Francesco Caracciolo il mistero dell’Eucarestia. Ne abbiamo trovato il bozzetto rispetto al quale la tela definitiva presenta solo piccole varianti. Nel bozzetto e nella tela definitiva l’Eucarestia racchiusa all’interno di un splendido ostensorio che un angelo regge servendosi di un prezioso drappo, sprigiona una luce simbolo di salvezza in contrasto con le tenebre nella parte destra della composizione. Il Santo istintivamente si inginocchia davanti all’apparizione. Vicino a lui, seduto su gradini, vi è un piccolo angelo che eleva in alto un giglio, simbolo di purezza. ...
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Il cardinale Alexis-Henri-Marie Lépicier[1], grande teologo e filosofo dell’Ordine dei Servi di Maria, nell’opera Il mondo invisibile[2] dedica al mondo degli angeli l’intero primo capitolo e la sezione terza del secondo capitolo. L’opera, che fu pubblicata per la prima volta integralmente nel 1921 in lingua italiana, raccoglie gli articoli scritti dal teologo servita per la Rivista di Apologia Cristiana. Essa si proponeva di esporre in maniera completa la dottrina cattolica sul fenomeno dello spiritismo, in un’epoca di grande diffusione dell’esoterismo e delle pratiche spiritiche. La trattazione relativa alla natura e al potere degli angeli si colloca, quindi, nell’ambito di un quadro concettuale e argomentativo funzionale all’interpretazione dei fenomeni preternaturali, che già da tempo erano stati oggetto dell’indagine di scienziati, psicologi, filosofi e teologi. ... |
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Michael von Faulhaber nacque il 5 marzo 1869 in uno dei fabbricati già appartenuti all’Abbazia di Heidelfeld, nel territorio del comune di Rothlein in Bassa Franconia. Si specializzò nello studio di Tertulliano, uno dei primi scrittori cristiani. Dal 1892 al 1910 prestò il servizio sacerdotale a Wurzburg, dopodiché divenne vescovo della diocesi di Spira, dove rimase per sei anni. Nel 1916 fu il primo sacerdote a ricevere la Croce di ferro per la sua presenza fra i soldati del fronte occidentale come cappellano durante la Prima Guerra Mondiale. Fu arcivescovo di Monaco e Frisinga, per 35 anni, dal 1917 fino alla morte, nel 1952. papa Benedetto XV lo elevò al rango di cardinale di Sant’Anastasia nel concistoro del 7 marzo 1921. alla data della morte era l’ultimo cardinale vivente fra quelli ordinati da Benedetto XV. Dal 1925 al 1928, partecipò all’associazione Amici Israel una lega cattolica internazionale contro l’antisemitismo e il razzismo, nella quale confluirono anche molti ebrei convertiti al cattolicesimo, alcuni dei quali sacerdoti (Era membro di questo movimento anche Alfredo Ildefonso Schuster, allora cardinale di Milano). Nel 1951, ordinò sacerdote a Monaco il futuro papa Benedetto XVI. ... |
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A tre anni dalla fine del Concilio Tridentino, nel 1566, quindi ben 545 anni fa, viene redatto il “Catechismo del Concilio di Trento ad uso dei parroci”. Il Catechismo è stato chiamato anche Catechismo di san Pio V, Catechismo Romano, Catechismo Tridentino o Catechismus ad parochos. Per molti secoli è stato l’unico catechismo che era sia frutto di un Concilio ecumenico con autorità papale e sia con carattere ufficiale per tutta la Chiesa : è stato veramente un’eccezione tra i catechismi. Inoltre è stato raccomandato da numerosi Sinodi e Concili locali. Fu pubblicato con l’idea di controbilanciare l’influsso dei catechismi protestanti e di contribuire all’educazione della fede nel popolo cristiano. La caratteristica principale di questo Catechismo è l’assenza di qualsiasi discussione di scuole teologiche. Riflette il pensiero della Chiesa, basato sulla Scrittura, sulla patristica e sul pensiero di Trento, facendo proprie le linee della migliore teologia. E’ privo di carattere polemico. Non si tratta di un Catechismo per il popolo ... |
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Tre sono i nomi di arcangeli che la Bibbia ci fornisce: Raffaele dal Libro di Tobia 15, 15; Michele dal libro di Daniele 10,13.21; 12,1; Gabriele dal libro di Daniele 8,16; 9,21 e dal Vangelo di Luca 1,19. Ma appena si approfondisce la lettura del testo biblico si scopre che il numero degli arcangeli citati non è tre, come si pensa di solito, ma se ne contano sette, così come si evince dal libro di Tobia 12,15: Io sono Raffaele, uno dei sette santi angeli, che portano lassù le preghiere dei santi e sono ammessi davanti alla gloria del Santo”. Nel libro del profeta Zaccaria si legge che, avendo egli chiesto all’angelo che gli parlava cosa significassero le sette lucerne del candelabro d’oro che gli era apparso, questa fosse stata la risposta dell’angelo: “Le sette lucerne rappresentano gli occhi del Signore che osservano tutta la terra. Nel Nuovo Testamento la lista dei sette arcangeli non cambia, questi arcangeli sono chiamati ora angeli, ... |
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Presento brevemente come, nel corso dei secoli, si sia sviluppato il culto verso l’arcangelo “Medicina di Dio”. E’ interessante sottolineare che né i cristiani ortodossi né ovviamente le chiese nate dalla Riforma protestante di Lutero hanno alcuna forma di culto verso san Raffaele. La devozione verso l’arcangelo Raffaele è quindi una prerogativa angelologica specifica della Chiesa romana. 1. IL CULTO RAFFAELITA IN SENSO AMPIO - Prima di definire il culto arcangelico in un modo specifico, consideriamo quello che può essere classificato come “culto” in senso largo, cioè quella devozione che in tanti modi si rivolse verso san Raffaele fin dai primi secoli della Chiesa. Nella Valle del Lico, in Frigia (Asia Minore) è stata rinvenuta un’antica iscrizione chiamata “Kodja-Genzlar”, datata dagli esperti ai primi del III secolo, in essa sono riportati diversi nomi di spiriti celesti, fra i quali anche quello di san Raffaele. |
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