Gli angeli li ritroviamo dappertutto, quale che sia l’epoca, la cultura, la tradizione, la religione. La loro origine si perde nella notte dei tempi, ed essi sono sempre rappresentati allo stesso modo: come degli esseri luminosi, di forma umana, dotati di due o più ali ali. Le civilizzazioni, gli uomini cambiano, i linguaggi si trasformano, ma questi esseri misteriosi rimangono risolutamente universali. Dal bambino che “sorride agli angeli” fino all’angelo custode che ci protegge anche se non è “bello come un angelo”, gli angeli fanno, ancora oggi, parte della nostra vita quotidiana. In tutte le religioni appaiono degli esseri invisibili diversi ed inferiori da Dio ma superiori agli uomini. Questa convinzione proviene soprattutto da esperienze ripetute con l’inesplicabile. Queste entità esistono permanentemente ed i fedeli di queste religioni accettano il più delle volte come una evidenza l’esistenza di questi spiriti e cercano di farseli amici per evitare di provocare la loro collera. Gli angeli ... |
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Con il termine "catechismo" si intende quel particolare libro che offre una informazione sui contenuti della fede cristiana. I1 termine catechismo che indica un libro d'istruzione religiosa diviene comune a partire dal XVI secolo. Il Concilio di Trento ha stabilito, il 1 ° Novembre 1569, tra le sue nonne più importanti, che: "I Vescovi avranno cura che almeno le domeniche e i giorni di festa, in ogni parrocchia i fanciulli siano istruiti sui primi elementi della fede e nell'obbedienza che devono ai propri genitori". Dopo il Concilio di Trento, nella Chiesa Cattolica, ogni Vescovo riformatore tiene a pubblicare un manuale di catechismo unico da insegnare nella sua diocesi. Proponendo ovunque la stessa visione del mondo, i catechismi hanno modellato la cultura ed i comportamenti. Il testo del catechismo è diventato, per centinaia di milioni di cristiani, veicolo fondamentale di istruzione religiosa e nello stesso momento di formazione morale. Da quando il battesimo degli infanti è diventato ... |
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Il culto angelico, facilmente accessibile ai pagani da poco convertiti, si imponeva con vigore nei giovani ambienti cristiani fin dagli inizi ; questo vigore stesso trascinava dei fermenti di eresia, del tipo di quella denunciata da Paolo. Questo pericolo non farebbe che andare ad aggravarsi sotto l’influenza degli gnostici, grandi amanti degli esseri spirituali, demoni ed angeli confusi e non bene identificati raggruppati sotto l’appellativo di Eoni ; i neoplatonici completeranno di gettare la confusione negli spiriti con i loro dei-angeli. La Chiesa si trovava dunque presa tra il desiderio legittimo di onorare gli angeli ed il timore di cadere nell’eresia. O, peggio ancora, di offrire un culto demoniaco offendendo Dio. E’ tra queste due tendenze che il cristianesimo si barcamena nei suoi primi secoli, mentre elabora la sua angelologia.
Venuta dal paganesimo, formato alla scuola della filosofia greca, san Giustino, molto apprezzato dall’imperatore Marco Aurelio, ed apologeta della sua fede, ritorce volentieri a quelli che accusano i cristiani di empietà, come di ateismo, che non è vero niente poiché essi confessano “un culto al Padre, al Figlio, all’esercito degli angeli ed allo Spirito” (Non volendo avere a che fare con gli idoli, i primi cristiani rifiutavano il culto, più civico che religioso, dovuto alla persona dell’imperatore ed alla Dea Roma, la dea Roma. ...
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Frapponendo le immagini che ci accompagnano nel tempo, ancora non siamo riusciti a collocare, in una giusta ed equilibrata prospettiva, il rapporto che intercorre tra Dio, l’uomo e la fiaba. Troppo spesso le fiabe hanno avuto per molti, una funzione marginale e pressoché superflua. Relegando la favola e il racconto narrativo ad un qualcosa di prettamente lucido. Senza approfondire seriamente, ciò che il contenuto e messaggio del racconto può esprimere. Da qui nasce l’esigenza di portare la fiaba, nella giusta luce che le compete. E quale luce più grande e veritiera di quella di Dio? Si….avete sentito bene. Dio. Ecco il vero autore e ispiratore delle favole, che per anni hanno permesso ai nostri cuori di nutrirsi di verità bibliche. Infatti è interessante notare come in molte fiabe, ci siano delle similitudini con insegnamenti morali e spirituali…propri della Bibbia. Invero, il Signore per mezzo di favole e racconti narrativi, ci ha donato la sua parola di sapienza e verità. Tutto questo naturalmente con l’intento di aiutarci, nel difficile cammino insieme quello che Gesù ha detto a Maria Valtorta nel libro “L’Evangelo come mi è stato rivelato” volume quinto cap. 43: “E allora l’Amore viene e moltiplica. ... |
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Se nei secoli passati il tema angelico è stato assai presente nell'arte e nella letteratura, con il progresso tecnologico, anche se non in modo massiccio, il tema angelico è presente nel cinema e nelle canzoni. La figura dell'Angelo ha contrassegnato in particolare alcune stagioni della storia del cinema. Infatti, a partire dagli anni '40, il cinema americano definito come "metafisico", è caratterizzato dalla storia di esseri umani che per qualche motivo superiore si mettono in contatto con gli Angeli che modificano in positivo la loro vita. Agli anni '40 appartengono i classici dell'angelologia cinematografica: "L'inafferrabile Mr Jordan” (1941) di A. Hall; Musica sulle nuvole (1942) di W S. Van Dyke; Joe il pilota (1943) di V Fleming; Accadde domani (1944) di René Clair; La vita è meravigliosa (1946) di F. Capra e Il cielo può attendere (1948) di E. Lubitsch. |
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All’epoca di Gesù, i Farisei credevano agli angeli allorché i Sadducei non vi credevano, ma la questione di questi esseri invisibili interessava tutti i movimenti religiosi, mistici o filosofici che agitavano l’epoca. Ora, se gli angeli appaiono negli scritti del Nuovo Testamento, essi non sono mai “interessanti”, in quel senso che sono sempre relegati in secondo piano, dietro l’alta figura di Gesù, Cristo e Messia della nuova alleanza, unica ed ultima manifestazione di Dio agli uomini. D’altra parte, i testi neotestamentari che parlano degli angeli sono relativamente poco numerosi, e si possono ripartire in due serie di testi differenti: dei testi storici che, narrando la storia di Gesù o della primitiva Chiesa, fanno menzione d’un intervento angelico, e dei testi “didattici”, che liberando un insegnamento, sono portati a parlare degli angeli per determinare il posto di questa credenza nella fede cristiana, in particolare situandola in rapporto alla fede in Cristo. Nei quattro vangeli, in quei racconti che si possono ... |
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Il monoteismo ebraico, tale come si manifesta in quegli scritti biblici che la tradizione cristiana chiama l’Antico Testamento, sta progressivamente elaborando una credenza ferma e chiara nell’esistenza degli angeli in quanto messaggeri mediatori tra il Dio unico, trascendente ed inaccessibile, e gli uomini. Per la prima volta, in modo incontestabile è affermata l’esistenza di esseri creati, puramente spirituali e appartenenti al mondo di Dio, e da lui inviati per esercitare un’azione reale e significativa nel mondo e nella storia degli uomini. L’angelo è essenzialmente messaggero. La lingua ebraica lo chiama mal’ak (termine che il greco tradurrà con aggelos ed il latino con angelus). Questo termine viene dal cananeo laaka, inviare, e designa l’ambasciatore od il corriere che invia il monarca per far conoscere la sua volontà od il suo desiderio. Ma si può seguire lungo i testi biblici lo stabilirsi e la precisazione sempre più netta di questa credenza negli angeli, che ... |
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Nel governo del mondo, Dio impiega le cause seconde. A Lui, ed a Lui solo, di concepire il piano, di fissare lo scopo, di regolare dapprincipio il minimo dettaglio della sua opera. Ma nell'esecuzione ed in ragione stessa della sua potenza, Egli utilizza le creature e le fa partecipare alla sua propria causalità. Egli incarica l'uomo di dominare la natura materiale (Gen.1,26) e vuole anche che ci aiutiamo reciprocamente sulla strada della felicità. Come pure Egli dona agli Angeli taluni ruoli, tanto più importanti che essi hanno più posto nella Creazione. L'universo è UNO; eliminiamo, una volta per tutte, la concezione materialistica di un mondo decapitato del suo coronamento naturale, dove, i puri Spiriti, sarebbero relegati nel campo religioso, per non più interpretarvi che il ruolo collaterale di figuranti celesti. Dalla materia inanimata al più brillante degli Angeli, la perfezione degli esseri si sviluppa in modo continuo, avvicinandosi incessantemente alla Perfezione suprema del ... |
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Abbiamo enumerato tutte le apparizioni degli Angeli sotto l'antica Legge. Ma la loro azione fu più estesa e più generale ancora ch'essa non appaia nel testo biblico. Ne abbiamo per garante il discorso di Santo Stefano davanti alla sinagoga. Il Santo dichiara agli Ebrei ch'essi hanno ricevuto la loro Legge, ch'essi non hanno osservata, dal ministero degli Angeli. Egli dice che è un Angelo che apparve a Mosé nelle fiamme del roveto ardente, che gli parlò sulla cima del Sinai (Atti 7,31 e 38). Ora in queste due circostanze il testo biblico mette in scena il Signore stesso. La conclusione che se ne estrae dall'accostamento dei due passi è molto interessante: è che là dove è detto nella Bibbia: " Il Signore apparve, il Signore parlò, bisogna intendere: un Angelo apparve, un Angelo parlò in nome del Signore". L'azione dei Santi Angeli fu dunque universale sotto l'antica Legge. San Paolo lo dichiara non meno espressamente di Santo Stefano, quando ci parla della Legge " disposta dagli Angeli nella mano di un mediatore" che fu Mosé (Gal.3,19). ... |
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