Nel crudo sasso intra Tevero e Arno/da Cristo prese l’ultimo sigillo/, che le sue membra due anni portarono”: così Dante, nell’XI canto del Paradiso, con rara efficacia poetica ricorda l’evento che caratterizzò l’ultimo periodo della vita di san Francesco. Siamo nel 1224 e l’Assisiate, tornato dalla missione presso il Sultano, si reca sul monte della Verna, fra l’altra valle dell’Arno e la Valtiberina. Lì riceverà le stigmate da Cristo stesso, apparso in forma di serafino. Con questa vicenda miracolosa ha inizio la “moderna” storia degli stigmatizzati, di cui Anna Maria Turi e don Marcello Stanzione ci offrono una bella ricostruzione in questo avvincente volume Edito dalla Sugarco di Milano ed intitolato “ Angeli e Stigmatizzati. Storie di estasi,miracoli e sacre piaghe da San Francesco a oggi”. Non v’è dubbio tali esperienza posseggano un fascino che, se da una parte richiede di essere depurato da inutili e fantasiosi orpelli, dall’altra non può non suscitare vivo interesse e profonda commozione. ... |
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La religione? E’ uno stato sorpassato dell’umanità. Dio? Una ipotesi sorpassata dallo stato attuale della scienza. Questa è la spiegazione positivista, ripresa da Monod. L’uomo, scriveva Auguste Comte, è teologo nella sua infanzia, metafisico nella sua gioventù, fisico nella sua età adulta. L’umanità anche è passata da degli stadi del politeismo, del monoteismo, e si trova ora nell’età razionale. Ascoltiamo piuttosto un sapiente di famaa internazionale, Giuliano Huxley, spiegare questo punto di vista: “L’ipotesi Dio non ha più alcun valore pratico per l’interpretazione e la comprensione della natura. Essa costituisce anche spesso uno sbarramento sulla via di una interpretazione migliore e più vera. Funzionalmente, Dio comincia col rassomigliare non ad un signore, ma all’ultimo resto di un sorriso di una favola cosmica. Sarà ben presto anche impossibile ad un uomo o ad una donna acculturati di credere in Dio, come è loro impossibile oggi credere che la terra è piatta, ... |
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Studiando i fenomeni sociali, Durkheim vi trova l’origine della religione ( per amore di verità, faccio presente ovviamente che dobbiamo molto a Durkheim per la comprensione della religione come fenomeno sociologico, per la sua definizione del fatto religioso come rappresentativo dell’opposizione profano/sacro). Ogni individuo in effetti si rende conto che esistono delle forze che lo dominano, lo sostengono,lo esaltano. Sono delle forze collettive. Secondo Durkheim gli dei sono così le Forze della società trasfigurata, e le religioni sono il frutto della sacralizzazione delle sue leggi: la loro proiezione nel campo del sacro. Lo si osserva nelle società primitive col funzionamento dei tabù: luoghi, oggetti e tempi nei quali riposa e rimane la divinità, contemporaneamente attraente e pericolosa col suo contatto. Lo si osserva nelle società moderne con le religioni secolari che sacralizzano la Sicurezza nazionale od il Proletariato. |
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Per Sigmund Freud, Dio è una proiezione dell’immagine del Padre, come un padre trasfigurato. Ai suoi occhi, quali che siano i loro nomi, tutti gli dei non fanno che “raffigurare” il volto del padre umano. A partire da queste osservazioni critiche il fondatore della psicanalisi spiega la nascita della religione. La religione, è una nevrosi ossessiva. Freud constata in effetti che taluni malati mentali hanno delle condotte troppo rigide. Essi si lavano le mani diverse volte al giorno, mettono e tolgono i propri abiti sempre nello stesso senso, applicano tutto un cerimoniale nella vita quotidiana. E se non osservano questi “riti”, se ne sentono profondamente angosciati, al punto che tutta la loro vita è letteralmente avvelenata da questi timori, da queste costrizioni, dagli obblighi e divieti che si sono dati da se stessi. Ora, secondo Freud, le condotte religiose rassomigliano in molti punti a queste condotte malate: il credente ... |
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“La coscienza è il centro più segreto dell’uomo, il santuario in cui egli è solo con Dio” (Gaudium et Spes).MA CHE STA ACCADENDO ALLA NOSTRA SOCIETA’? Quanti uomini e donne, la cui vita di coppia era iniziata nella gioia, si pongono dolorosamente alcuni anni più tardi questa domanda, con, da corollario, quella, inevitabile, del divorzio. E’ un dato di fatto. Fin dagli inizi degli anni ’70, il numero dei divorzi è “esploso”. Oggi, è una coppia su tre che si separa ed addirittura una coppia su due nelle grandi città. Prova personale, familiare, relazionale, il divorzio è anche per tutti i cristiani una prova ecclesiale… Come, in effetti, ignorare il dolore di quelli che, non solamente sono martirizzati da una scelta che talvolta non hanno fatto con allegria di cuore, ma che si sentono esclusi da una Chiesa che ha pena nell’accoglierli veramente e senza pregiudizio? IL DIVORZIO È UNA ROTTURA DEFINITIVA Ogni essere umano è abitato dal desiderio di amare ... |
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Il racconto di questa Buona Novella della Resurrezione del Cristo, la sola vera notizia importante nella storia dell’umanità, viene offerta con una estrema modestia. Non solo non vi è alcuna descrizione dell’evento - resurrezione (nessun Vangelo lo fa) ... ma qui non abbiamo assolutamente nulla di soprannaturale : nessuna apparizione di Angelo, né apparizione di Gesù. E pertanto ci è detto, alla fine del racconto che Giovanni “vide e credette”. Se ci atteniamo a questa pagina di San Giovanni, noi notiamo che la fede nella resurrezione non è nata da un’allucinazione, come talvolta si è detto. No ! Della gente molto terra terra, gente concreta come noi, si sono trovati davanti a dei fatti ... dei fatti costringenti. Maria Maddalena, per esempio, è la prima a scoprire il segno del sepolcro vuoto, non ne conclude affatto alla resurrezione. La sua sola ipotesi è : “Hanno prelevato il corpo”. Lungi dal credere, lungi dall’essere allucinata, ella si mette a “correre” tutta spaventata, per avvisare ... |
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Don Dolindo (1882-1970) quinto degli undici figli di Raffaele Ruotolo, matematico, e di Anna Valle, nobildonna proveniente da una famiglia decaduta di origine spagnole, nacque a Napoli nel popolare quartiere Forcella. Il matrimonio dei genitori non resse a lungo e sfociò ben presto in una dolorosa separazione a causa dell’asprezza del carattere del padre e della sua proverbiale avarizia che si scontravano con le abitudini signorili della madre e la sua dolcezza. In una poderosa autobiografia di due volumi Don Dolindo ha raccontato come il suo nome, che significa “dolore” venne coniato dal padre e come “profeticamente” la sofferenza (per le numerosissime umiliazioni, ma anche per le ristrettezze economiche e la fame) fu l’elemento che contraddistinse tutta la sua esistenza, compreso il periodo del seminario e quello sacerdotale. Conobbe San Pio da Pietralcina al quale spesso fu assimilato, ma se quest’ultimo mostrava visibilmente sul suo corpo i segni del Calvario di Cristo, Don Dolindo li serbava nell’animo e per questo venne anche identificato come “un novello Apostolo del dolore interiore”. ... |
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Il Nobel a Edwards e i corifei del Mondo Nuovo Può sembrare irriguardoso ricordare che la tecnica di fecondazione umana in vitro, che ha guadagnato al pioniere britannico Robert Edwards la punizione del Nobel per la Medicina, altro non era che il perfezionamento di un procedimento veterinario già largamente usato su conigli e mucche. I corifei della provetta, che ieri hanno celebrato il loro festival della banalità e della menzogna (la Fiv non guarisce affatto la sterilità. La aggira in un numero tuttora modesto di casi, visto che, a trentadue anni dalla nascita della prima bambina concepita in vitro, la percentuale di successo delle tecniche non si schioda dal trenta per cento), glissano sulle illusioni, le mitologie, i sogni di padroneggiare i meccanismi della creazione che rappresentano la vera "ragione sociale" di quelle tecniche. Il big bang antropologico inaugurato da Edwards è quello che oggi ci fa parlare di "prodotto del concepimento" e non di figlio. E' l'idea della "creazione" della vita in ... |
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In questo periodo sto scrivendo una breve biografia di Sant’Andrea Bessette, L’umile fratello laico che a Montreal in Canadà costruì il più grande santuario al mondo in onore di san Giuseppe. La preghiera di fratel Andrea Bessette assumeva anche la forma di una novena. Egli l’ha consigliata spesso: “Pregate San Giuseppe. Fate una novena a San Giuseppe”. L’importante non era fare lunghe preghiere, o di fare quella preghiera in particolare, ma di pregare con fede e perseveranza. Notiamo che la novena è essenzialmente una forma di preghiera popolare. Non ci sono novene nella Bibbia, né nella liturgia, la preghiera ufficiale della Chiesa. Si trovano a volte tre giorni di preghiera, nella Bibbia, cosa che indica un’insistenza particolare. Nella liturgia ritroviamo i tre giorni di preghiera, in primavera, per i raccolti. Una novena è tre volte tre giorni, una preghiere tre volte più insistente. Anche se la liturgia non ne propone, i cristiani hanno fatto novene da secoli. Le persone che le praticano conoscono ... |
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