«Il tentatore allora gli si accostò e gli disse...» (Matteo 4,3). Questo allora rimanda a un quadro cronologico che l'evangelista dipinge nei due precedenti versetti del suo racconto, nei quali presenta gli attori o protagonisti del dramma: il Signore Gesù e il tentatore. Scrive: «Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame» (Matteo 4,1-2). Siamo di fronte all'introduzione del brano delle tentazioni di Gesù: un’introduzione, questa, che ci coinvolge personalmente, non solo perché siamo in rapporto con i due attori che si fronteggiano tra loro, ma anche perché l'esperienza di Gesù è destinata a diventare la nostra stessa esperienza, come esempio e come grazia. Nella sorte di Gesù è in qualche modo anticipata la sorte del discepolo. Lo esprime in modo limpido e profondo sant'Agostino nel commento a un salmo: |
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Nacque a Tubinga (Germania) nel 1934. Nel 1954 entrò nell’abbazia benedettina di Beuron. Fra il 1955 e il 1960 realizzò gli studi filosofici e teologici rispettivamente a S. Maria Laach e Beuron. Studiò a Roma dal 1960 al 1963 e ad Heidelberg tra il 1963 il 1964. Dottore in teologia nel 1964 con una tesi dal titolo Manifestazione della salvezza e servizio liturgico. L’insegnamento di Pietro Brunner in campo cattolico. Fra il 1966 e il 1968 insegna Teologia Dogmatica nella Scuola Superiore Teologica di Beuron. Professore di Teologia Dogmatica nel Pontificio Ateneo di San Anselmo (Roma) tra il 1978 e il 1980. Cappellano dell’ospedale di Monaco di Baviera dal 1980 al 1987. A partire dal 1987 cappellano a Ursberg (Bayern). Celebrò 50 anni di solenne professione nel 2005. La riflessione teologica occupa un’importanza indiscutibile nel processo ecumenico. Le divisioni tra le chiese non sono sorte unicamente per motivi teologici, anche se certe questioni hanno avuto il loro peso in queste divisioni. ... |
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Oggi tantissimi, anche all’interno della Chiesa, non credono all’esistenza e all’azione del demonio, riporto un avvenimento di quasi sessant’anni fa avvenuto a Campagna in provincia di Salerno. Il 2 Ottobre 1954 un avvenimento strano di ossessione di particolare rilevanza per le modalità con cui si è manifestato e per la credibilità del testimone oculare che lo riporta mons. Giuseppe Maria Palatucci, vescovo di Campagna, in una lettera inviata al parroco della chiesa di Sant’Antonino a Zappino don Ludovico Cutino. La figura di questo pio vescovo è ricordata ancora oggi con una medaglia d’oro alla memoria, donatagli dal Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano e sulla cui motivazione è scritto “Mons. Giuseppe Maria Palatucci Vescovo di elevate qualità umane e civili, nel corso dell'ultimo conflitto mondiale, si prodigava con eroico coraggio e preclara virtù civica nell'assistenza morale e materiale degli ebrei internati a Campagna, riuscendo a salvarne circa mille dalla deportazione nei ... |
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Cristo ha spezzato le reti del diavolo La vita dei mortali è piena di lacci insidiosi, è tutta una rete di inganni tesi al genere umano per odio contro il Signore, da quel gigante cacciatore chiamato Nembroth. Infatti chi, se non il diavolo, è il vero gigante che si ribella anche a Dio? I lacci delle tentazioni e l'inganno delle insidie sono chiamati appunto reti del diavolo. E poiché il nemico aveva teso ovunque queste reti e vi aveva fatto cadere quasi tutti, fu necessario che venisse a infrangerle uno più forte e potente di lui, per poter aprire la via a quelli che lo avrebbero seguito. Per questa ragione anche il Salvatore, prima di giungere all'unione nuziale con la Chiesa, fu tentato dal diavolo, perché con la sua vittoria sulle tentazioni potesse prepararla e chiamarla a sé, insegnandole chiaramente col suo esempio che non nell'ozio e nei piaceri, ma attraverso molte tribolazioni e tentazioni doveva venire a Cristo. |
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“Non mi piace sbandierarlo ai quattro venti come altri, ma io, Vescovo, ho fatto un esorcismo”: lo afferma Monsignor Giuseppe Casale, Arcivescovo Emerito di Foggia - Bovino, pugliese di Trani. Il Prelato racconta così la sua esperienza con il Nemico: “Guardi, ero ancora Vescovo a Foggia e mi indicarono una persona posseduta, che nessuno riusciva a liberare. Decisi di esorcizzarla personalmente. Fu una battaglia lunga, penosa e difficile. Alla fine il Demonio andò via ma mi gridò, in nome di Cristo mi cacci, ma sappi che torneò presto”. Eccellenza quali sono i santi che maggiormente si invocano per gli esorcismi? “Io ho sempre invocato solo Cristo e la Croce, il Demonio detesta la Croce, quanto di più sublime e sacro esiste, lo intimorisce”. Parliamo di esorcismi: “Un argomento serio. Quando io ero Vescovo a Foggia, creai una commissione composta anche da medici, oltre che da sacerdoti, essendo convinto che la maggior parte delle cosiddette ... |
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Beelzebul, Zago, Astarot, Asmodeo, Jordan. Quanti sono i nomi e le trasformazioni del Maligno? La stanza del mistero è spoglia. L’atmosfera fredda. Però padre Gabriele Amorth, l’Esorcista con la “e” maiuscola, settantamila casi affrontati in nemmeno 25 anni, sorride serafico. Lui è abituato a porte che sbattono, sedie che si rovesciano, occhi che roteano, bestemmie che volano. Ma parlare di demonio nella casa del Papa mette i brividi lo stesso. Anche se l’Esorcista non si tira indietro di fronte all’Avversario. E il Santo Padre? «Oh, Sua Santità crede in pieno nella pratica della liberazione dal Male. Perché il diavolo alberga in Vaticano. Ho confidenze di persone che lo confermano. Naturalmente è difficile trovare le prove. E, comunque, se ne vedono le conseguenze. Cardinali che non credono in Gesù, Vescovi collegati con il demonio. Quando si parla di “fumo di Satana” nelle Sacre stanze è tutto vero. Anche queste ultime storie di violenze e di pedofilia. Anche la vicenda di quella povera ... |
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“Dia retta a me e se non mi crede almeno, si fidi del Vangelo, Satana esiste,altro che ed io l’ho sperimentato. Sa, ho fatto, da Vescovo, degli esorcismi”: lo afferma il Vescovo Emerito di Civitavecchia, Monsignor Girolamo Grillo. Aggiunge: “La Chiesa giustamente sul tema è prudente e bisogna essere così, perché non bisogna cadere nell’eccesso opposto di credere che tutto sia figlio del demonio e vederlo anche dove colà non esiste”. Lei, Vescovo ha effettuato esorcismi, ci racconti: “Le dico che in principio ho avuto paura e ne avevo. Poi un bel giorno un esorcista, don Tommaso che aveva seri problemi con un indemoniato, mi ha detto, ci vuole il Vescovo, venga lei. Io mi negavo, ma alla fine ho ceduto. Lei sa bene che l’esorcismo è un’attribuzione del Vescovo che può delegare solo a sacerdoti dotati di particolari carismi della sua diocesi e mai a laici”. Insomma che cosa avvenne? “Bene il caso era difficile. I demoni non se ne volevano andare, erano cinque. |
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Natuzza Evolo, la mistica calabrese morta in concetto di santità il primo novembre 2009, nelle sua lunga vita, non ebbe a che fare solo con gli angeli buoni, ma purtroppo anche con gli spiriti maligni. Natuzza una volta si trovava in cucina a lavare le stoviglie. Su una credenza posta sul lavabo c’era un vasetto di vetro col coperchio. All’improvviso vide una mano che si avvicinava lentamente al vasetto. Natuzza pensa che sia la mano del figlio Franco. Improvvisamente il coperchio del vasetto le cadde su un dito della mano ferendolo con un’abbondante sanguinazione. “Che cosa hai fatto, dammi un po’ di alcool, grida Natuzza al figlio, che in quel momento non era neppure in casa. Ma mentre solleva gli occhi dalla ferita vede avanti a sé un uomo il quale, sghignazzando e in preda a grande gioia dice: “Ed ora te la tieni la ferita, brutta…”. Quindi quell’uomo scompare bestemmiando. La sua amica per oltre 60 anni Italia Giampà in un libro testimonianza edito recentemente da ... |
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Il teologo protestante di tradizione riformata Karl Barth, nato a Basilea nel 1886 ed ivi morto nel 1968 è considerato uno dei più grandi teologi della storia ed il suo pensiero ha influenzato profondamente anche la teologia cattolica contemporanea. Per la comprensione della realtà del demonio, Barth si serve del concetto tedesco di das Nichtige, il nulla, il tertium datur fra Creatore e creatura, che si presenta già nei suoi termini essenziali nella Lettera ai romani e che elabora sistematicamente con il titolo di Dio e il nulla (Gott und das Nichtige) nella Dogmatica Ecclesiastica. Anticipando sinteticamente quello che tratterà nello scritto, Barth spiega il nulla come “opposizione”, “corpo estraneo”, “potere ostile”, che si oppone al Creatore, che già è stato giudicato in Gesù Cristo. Nell’analisi del problema, Barth avverte che la dimensione concreta “del nulla” è il peccato, cioè porta “il nulla” nell’ambito della rivelazione dove Dio è l’unico capace di mostrare che il peccato è un’offesa contro il Creatore. ... |
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