Alla figlia spirituale Cleonice Morcaldi Padre Pio rivelò:” ricordo che tanti mostri si mettevano intorno alla culla per spaventarmi ed io strillavo” [ ….]. Anche al suo direttore spirituale padre Benedetto da San Marco in Lamis, Padre Pio descrisse le continue apparizioni del diavolo: “ Mia madre spegneva il lume e tanti mostri mi si mettevano vicino ed io piangevo; accendeva il lume ed io tacevo perché i mostri sparivano. Di nuovo lo spegneva e di nuovo mi mettevo a piangere per i mostri”. Ma pure di giorno, secondo la testimonianza del maestro don Nicola Caruso, il piccolo era perseguitato” da un uomo vestito da prete, che al ritorno da scuola lo aspettava sulla soglia di casa e non lo voleva fare entrare. Allora Francesco si fermava, veniva un ragazzino scalzo, faceva un segno di croce il prete spariva e il bambino, sereno, poteva finalmente rientrare”[….]. Intanto per Padre Pio nel 1903 era iniziato il tempo del noviziato, un periodo segnato finalmente da una tregua negli assalti diabolici. Ma il ... |
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Ho letto tutti gli scritti di Brentano sulla mistica tedesca la monaca agostiniana Anna Caterina Emmerick beatificata da Giovanni Paolo II e ho raccolto alcuni suoi pensieri su una realtà di cui si parla poco nella Chiesa Cattolica odierna: il demonio e la sua nefasta azione: “Il diavolo si rivolge alla nostra mente con una tale familiarità che è capace di ispirarci immediatamente certi pensieri che, a volte, la stessa ragione ritiene grotteschi e abominevoli “. “A volte, il nemico malvagio mi smuoveva dal sonno, mi stringeva il braccio e mi scuoteva come se volesse strapparmi dal letto. Ma gli resistevo pregando e facendomi il segno della croce”. “Il diavolo ci toglie ogni vergogna nel momento in cui commettiamo il peccato, e, quando abbiamo intenzione di confessarlo, pretende di restituirci questa vergogna. Ma non ne ha il diritto!”. “Una volta, mentre ero ammalata (il diavolo) mi aggredì in modo spaventoso e dovetti lottare con tutte le mie forze contro di lui, con il pensiero le parole e la preghiera. Ringhiava contro di me, come se mi volesse pestare e fare a pezzi, sputandomi contro la sua rabbia. ... |
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L’attività del diavolo non deve essere minimizzata, neanche però dobbiamo cadere nell’errore di attribuire a lui tutte le tentazioni. E d’altra parte, non dobbiamo ingigantire il suo potere… Con l’avvento e la morte del Salvatore il potere di Satana venne enormemente limitato. A questo periodo i critici generalmente attribuiscono quelle parole dell’Apocalisse: “E io vidi poi un angelo scendere dal cielo, che aveva la chiave dell’Abisso, e una grande catena nelle sue mani. Afferrò il dragone, il serpente antico, -cioè il diavolo, Satana- e lo incatenò per mille anni (20, 1-2). Il testo citato non significa che le tentazioni degli spiriti del male cessarono durante quel tempo, ma che il potere di Satana e tutti gli eventi furono enormemente limitati. I mille anni, naturalmente, non devono essere considerati letteralmente, ma come indicanti un lungo periodo di tempo… Quando questo lungo periodo fu passato, a Satana fu permesso per un breve ... |
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Francesco Di Girolamo (De Geromino) nacque a Grottaglie (Taranto), primo di undici fratelli, trascorse la maggior parte della sua vita a Napoli, di cui divenne apostolo. Dall’età di dodici anni studiò presso i padri teatini. Approfondì in seguito diritto canonico e civile all’università di Napoli. Nel 1666 fu ordinato prete e per i successivi quattro anni insegnò nel collegio De Nobili dei gesuiti di Napoli, diventando solo nel 1670 membro della Compagnia di Gesù. Sottoposto a un noviziato molto severo fu inviato a operare pastoralmente con il famoso predicatore Agnello bruno, allora in missione nelle campagne di Otranto. Questa nuova esperienza (durata dal 1671 al 1674) gli diede la possibilità di cambiare luogo e ambiente. Nel 1682 fece la professione religiosa, completò gli studi teologici e fu nominato predicatore della chiesa del Gesù Nuovo a Napoli. In quel periodo, poco dopo la crudele persecuzione contro i cristiani in Giappone, si parlò molto di mandarvi un nuovo gruppo ... |
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Negli scritti di S. Francesco viene accentuato ciò che il diavolo opera nei confronti dei frati e quindi si richiamano i modi e i mezzi difensivi da utilizzare contro le sollecitazioni demoniache. Si parla “istigazioni del diavolo” per indurre alla fornicazione oppure di “istigazioni del nemico per un peccato mortale”. Si descrive la caduta di Adamo per “suggestione del diavolo”; mentre si dice di Cristo che i demoni non lo crocifissero, ma noi lo abbiamo crocifisso e lo crocifiggiamo ancora nel dilettarci nei vizzi e nei peccati. Nella Lettera a tutti i fedeli si parla di coloro che commettono i peccati, seguono la concupiscenza si abbandonano ai vizzi e alle preoccupazioni mondane; costoro con la mente servono il diavolo, sono ciechi, poiché non vedono il vero lume, il Signore nostro Gesù Cristo. Ugualmente quelli che non muoiono nella penitenza “saranno figli del diavolo, di cui sono collaboratori; e andranno nel fuoco eterno”. Di fronte agli inganni del demonio, S. Francesco invita i frati a sapersi difendere... |
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Francesco Saverio Bianchi nacque ad Arpino (FR) il 2 dicembre 1743, crebbe in un’atmosfera di carità verso il prossimo: sua madre aveva trasformata parte della casa in un piccolo ospedale di 16 letti, per ammalati poveri e senza assistenza. Trascorse una adolescenza più che “normale”: si confessa goloso e ladruncolo in casa e la sua santità appare come una conquista lenta della volontà. Nel 1762, riuscì ad entrare nell’ordine dei Barnabiti fondato da sant’Antonio Maria Zaccaria, fu ordinato sacerdote nel 1767; per un paio d’anni insegnò ad Arpino poi a Napoli, dove restò fino alla morte. La sua fama di dotto barnabita gli procurò vari incarichi di prestigio. Fu superiore per 12 anni del Collegio di Santa Maria in Cosmedin a Portanuova; professore straordinario dal 1778 nella Regia Università; socio della Reale Accademie di Scienze e Lettere e dell’Accademia Ecclesiastica. Ben presto fu considerato santo, perché sempre più si dedicava alle opere di carità e all’apostolato in mezzo agli umili. Dal 1777 ... |
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Benedetto XVI ha indetto a conclusione dell’anno dedicato a san Paolo, un anno sacerdotale durante il quale egli proclamerà San Giovanni Battista Maria Vianney, conosciuto anche come il santo curato d’Ars, patrono di tutti i sacerdoti del mondo. Il curato d’Ars per la gran mole di lavoro apostolico che realizzava per il bene delle anime, ovviamente non poteva non attirare le ire dell’Inferno, infatti fu spesso molestato dai diavoli senza dare loro il minimo appiglio; i diavoli infatti facevano rumori spaventosi lanciando forti urla dall’interno della sua canonica. Talvolta i demoni lo picchiavano lasciando sul suo corpo delle lividure visibili; uno di questi demoni era da lui chiamato scherzosamente “le Grappin”. Nella stanza del santo , Gesù, la Madonna e gli angeli venivano ad assisterlo nelle sue lotte contro il “Grappino”. Un maresciallo della gendarmeria, Napoly, venuto a cercare l’abate Vianney di notte, davanti alla porta della canonica udì voci minacciose. ... |
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Ai primi giorni di settembre il calendario dei santi presenta un grande papa del Medioevo: San Gregorio Magno. Divenne Papa nel 589 succedendo a Pelagio, in un periodo di gravi cataclismi che sconvolsero Roma. La Città Eterna era l’ombra dell’antica grandezza, Roma e le zone vicine erano sottoposte alle frequenti incursioni dei guerrieri longobardi che devastavano le campagne, depredavano e sottoponevano gli abitanti a feroci rappresaglie e toccò al Papa Gregorio evitare a Roma l’umiliazione di un ennesimo saccheggio comprando la pace dal re Agilulfo per 500 libbra d’oro. Gregorio era nato attorno 540 ed apparteneva ad un’ illustre famiglia romana che da secoli aveva ricoperto cariche sia civili che ecclesiastiche. Costituì una Comunità monastica attorno al 578, dopo aver tenuto per diversi anni una carica civile. A questo scopo adattò una delle ville di proprietà dei genitori e donò alla Chiesa Romana le proprietà di famiglia in Sicilia e i suoi poderi attorno a Tivoli. |
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Venanzio Fortunato, definito “agiografo professionale del suo tempo” (sec. VI), ci offre, nel suo poema in esametri “Vita di San Martino di Tours”, un racconto delle vicissitudini del Santo non propriamente biografiche,ma certo retto da un substrato storico, che ci garantisce l’autenticità della figura spirituale di questo celebre “atleta della fede”. San martino (317-397) vescovo di Tours, fondatore dei primi monasteri in Occidente, evangelizzatore della Gallia, godette grande fama non solo in Francia, ma anche in Italia dove gli furono dedicate chiese e vari paesi ebbero il suo nome. Soldato per forza, Vescovo per dovere, monaco per scelta: questa in sintesi la storia di martino di Tours, il Santo della solidarietà e della condivisione, al quale sono dedicate ben quattromila chiese solo in Francia, e che ha dato il nome a migliaia di paesi e villaggi in Italia, in Europa e nelle Americhe. In tutti i luoghi nel quale è venerato viene raffigurato mentre dona il suo mantello al mendicante. Ancora oggi ... |
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