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Faustina era una semplice suora della congregazione religiosa “Beata Vergine Maria della Misericordia”, nata il 25 agosto del 1905 nel paesino Glogow (distretto Swinica, Polonia) e morta trentatreenne il 5 ottobre del 1938 a Cracovia,che ebbe, sebbene di scarsa educazione scolastica, un grande carisma mistico. Ancora da arcivescovo di Cracovia, Papa Giovanni Paolo II, di venerata memoria, aprì il processo di beatificazione, cercando di farsene promotore. Come mai? Perché questa suora è da inserire nella linea dei grandi mistici. Per molti anni fu lo stesso Cristo ad essere la sua guida, la nominò ambasciatrice della misericordia divina, chiedendole di far dipingere un quadro che lo raffigurasse come re della misericordia. Nella vita di questa mistica, le visioni sulla vita terrena di Gesù, erano una realtà percettibile e frequente, come si evince da molteplici annotazioni nel diario della giovane polacca, che incominciò a scrivere su incarico del suo confessore, il teologo e pio sacerdote ... |
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Matilde nacque nel 1241, in seno ad una nobile famiglia di Hackborn , in Turingia, famiglia imparentata con l’imperatore Federico II e che aveva già messo al servizio di Dio, una figlia. Sembra che proprio durante una visita con la madre al convento di Rodersdorf, nella diocesi di Halberstadt, dove si trovava la sorella maggiore. La bambina (aveva allora 5 o 7 anni, secondo le varie cronache) chiese con fermezza di rimanere nel convento vicino alla sorella già monaca, ed alla quale fu affidata perché provvedesse alla sua educazione. La bambina oltre ad una intelligenza pronta e vivace dimostrò presto la sua inclinazione pere la vita monastica e quando la sorella, eletta badessa di Helfta, si spostò nel convento a lei affidato, la seguì nella celebre Abbazia Sassone. Viveva allora nel Monastero un’altra grande personalità religiosa, di qualche anno più giovane di Matilde, Gertrude, che sarà poi chiamata la Grande, e che con Matilde, aveva più di un punto in comune. ... |
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Elisabetta Canori Mora nasce a Roma il 21 novembre 1774 da Tommaso e Teresa Primoli. La sua è una famiglia benestante, profondamente cristiana e attenta all’educazione dei figli. Il padre era importante proprietario terriero e gestiva molte tenute agricole, un gentiluomo vecchio stampo, amministrava senza avidità disdegnando il sopruso e la sopraffazione. I coniugi Canori hanno dodici figli, sei dei quali muoiono nei primi anni di vita. Quando nasce Elisabetta trova cinque fratelli maschi ed una sorella, Maria; dopo due anni arriva un’altra sorella, Benedetta. Nel giro di pochi anni, i cattivi raccolti, la moria di bestiame e l’insolvenza dei creditori, cambia la situazione economica e Tommaso Canori si trova costretto a ricorrere all’aiuto di un fratello che abita a Spoleto che si fa carico delle nipoti Elisabetta e Benedetta. Lo zio decide di affidare le nipoti alle Suore Agostiniane del monastero di S. Rita da Cascia, qui Elisabetta si distingue per intelligenza, profonda vita interiore e spirito di penitenza. Rientrata a Roma, conduce per alcuni anni vita brillante e mondana, facendosi notare per raffinatezza ... |
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Un episodio straordinario, fra i molti che capitavano con san Pio da Pietralcina. Muore il papà di una signora, che era fervente figlia spirituale di Padre Pio. La signora abitava nel nord Italia. Dopo la morte del papà, la signora si mette in viaggio e arriva a San Giovanni Rotondo. Incontra Padre Pio e lo prega, in lagrime, di dirle che cosa fare per suffragare l’anima del papà morto piamente alcuni giorni prima. Padre Pio le risponde con serenità: “Recita duecento Rosari perché l’anima di tuo papà lasci il Purgatorio ed entri nel Regno dei cieli”. La pia signora, confortata, si rimette in viaggio verso il nord Italia e inizia subito la recita di duecento Rosari. In questo episodio leggiamo la potenza del Rosario nel sollevare e liberare le anime purganti dalle loro terribili pene, perché entrino nella Patria dei cieli. Anche in altre occasioni san Pio da Pietralcina, donando la corona del Rosario a qualcuno, diceva: “Facciamo tesoro del Rosario. Vuotiamo il Purgatorio!” Sarebbe davvero salutare tener ... |
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Nel suo libretto devoto “Sofferenza, consolazione ed aiuto delle anime del Purgatorio”, il Preposto al monastero di Innichen (Tirolo) Dr. J. Walter, scriveva: “Ad Hall, in Tirolo, un cappellano che era stato anche predicatore in città, apparve diversi anni dopo la morte al suo successore e gli chiese aiuto, dovendo soffrire nel predicare. Come prova del fuoco da cui era tormentato ed a dimostrazione che la sua apparizione non era un’illusione, impresse il pollice sulla copertina di un libro, fatta di legno e ricoperta di cuoio. Osservandola da vicino, si vede che l’impronta può essere stata lasciata soltanto da un dito bruciante, che ha corroso a fondo, e di un solo attimo, altrimenti ci sarebbero tracce di bruciature attorno. L’impronta invece attraversa la spessa copertina e altre 40 pagine del libro, e la macchia di bruciato, sempre più debole, si vede per altre 30 pagine. Si provi ad ottenere lo stesso risultato con un proiettile pur infuocato, e non si riuscirà. Il caso fu studiato con ogni cura anche a suo tempo; ... |
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Novembre è il mese dedicato alle anime del purgatorio e proprio in questi giorni la prestigiosa editrice Gribaudi di Milano fa arrivare nelle librerie cattoliche il testo compilato da don Stanzione e intitolata “ 365 giorni in suffragio delle anime del purgatorio”, pp.320, euro 9. Da molti anni don Marcello Stanzione è impegnato nella lotta contro la “ protestantizzazione” della fede cattolica. Dopo il Concilio Vaticano II, in modo subdolo, diversi teologi professionisti hanno corrotto la grande teologia cristiana relegando temi come gli angeli, i diavoli e il Purgatorio in un angolino sempre più insignificante… Don Marcello invece con grande coraggio ha focalizzato tutta la sua produzione letteraria che è notevolissima proprio su questi temi ignorati apposta dai “ teologi-bene” ma che sono specifici del vero Cattolicesimo e dalla grande tradizione di storia di santità della Chiesa. Don Marcello, che non è un teologo di professione ma un semplice parroco di un villaggio rurale del meridione d’Italia, con questo suo ... |
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Per molti cattolici, la figura di Anna Katharina Emmerick (1774-1824) beatificata dal papa Giovanni Paolo II nel 2004, è essenzialmente legata al famosissimo film dell’attore regista australiano Mel Gibson “La Passione di Cristo”, la cui sceneggiatura è in buona parte, per gli aspetti non tratti ovviamente dai vangeli canonici, basata sulle visioni attribuite alla monaca agostiniana tedesca. La beata nacque l’8 settembre 1774 da una famiglia di contadini e non potè frequentare regolarmente la scuola, dovendo lavorare nei campi e aiutare in casa. Sin dalla più tenera età ebbe un profondo desiderio di consacrarsi a Dio nella vita religiosa. Come accadeva a quell’epoca, diverse congregazioni di suore la rifiutarono la rifiutarono perché non aveva a disposizione la necessaria dote economica per entrare in monastero. Solo nel 1802 venne finalmente accolta nel monastero delle Agostiniane di Agnetenberg presso Dulmen e l’anno seguente prese i voti religiosi. Quando nel 1811, il ... |
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La beata Anna Maria Taigi fu un'umile madre di famiglia romana e fu favorita da Dio dei carismi piu’ stupefacenti. Anna Gesualda era nata a Siena il 29 maggio 1769 dal farmacista Luigi Riannetti e da Maria Masi che dopo un grave fallimento finanziario dovette trasferirsi con tutta la famiglia a Roma. Nella capitale i genitori lavoravano come domestici ed Anna fu mandata in una scuola per fanciulle povere retta dalle Maestre Pie Filippine. A tredici anni dovette iniziare a lavorare prima in alcune fabbriche e poi come cameriera presso una gran dama subendo il fascino della vita mondana condotta dalla nobildonna. Nel 1790 sposò Domenico Taigi che era servitore presso la ricca famiglia Chigi. I due ebbero sette figli ma per ben tre volte ella patì per la morte di un figlio. Conduceva una dura vita di lavoro e presto sentì il bisogno di un direttore spirituale. Dopo una delusione con un prete incontrò padre Angelo dei servi di Maria che fu il suo confessore per molti anni. Rinunciò a tutti gli ... |
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La suora agostiniana tedesca la beata Anna Catarina Emmerick ( Flamschen 1774-Dulmen 1824) , fa parte delle più amabili e belle figure di santi della storia del mondo cattolico. Nata da numerosa famiglia di contadini, fu costretta dalla povertà ad aiutare i genitori in casa e nei campi. Dimostrò presto una decisa inclinazione alla preghiera e alla vita religiosa e avvertì il desiderio di entrare in monastero. Dovette però differire questa decisione per i bisogni della famiglia e continuò a lavorare come sarta. Quando poté chiedere a diversi monasteri di esservi ammessa, ne fu respinta poiché non poteva portare una dote. Solo nel 1802, insieme alla sua amica Klara Sontgen, poté finalmente entrare nel monastero di Agnetenberg presso Dulmen. L’anno seguente emise 8i voti. Fu monaca fervente e umile, pronta ai lavori più pesanti, ma fu poco compresa e amata dalle consorelle. Sopportò comunque tutto con cristiana rassegnazione. Quasi subito ad avere intermittenti ... |
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