martedì 24 giugno 2008 |
È monsignor Rino Fisichella il nuovo presidente del Pontificio Consiglio per la vita. La nomina è stata ufficializzata la scorsa settimana, e fa di monsignor Fisichella uno dei prelati con il maggior numero di incarichi: mantiene il rettorato dell’Università Lateranense, e mantiene anche la cappellania della Camera. Allo stesso tempo va alla guida di un dicastero, quello per la Vita, dal quale potrebbe far sentire il suo peso anche nel dibattito politico, specialmente in vista dei dibattiti sul tema etico e di politica per la vita che saranno parte della politica italiana nei prossimi tempi.L’Associazione Scienza e Vita, infatti, ha messo per iscritto una serie di richieste per il governo Berlusconi (e per il governo ombra Veltroni), che vanno dall’abolizione delle linee guida sulla legge 40 (quella per la procreazione assistita) promulgate dall’ex ministro della Salute Turco alla ricostruzione di una minoranza europea di blocco contro la ... |
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sabato 21 giugno 2008 |
Roma. Camillo Ruini lascia l'incarico di vicario della diocesi di Roma. All'annuncio manca ancora l'ufficialità. Ma è solo quella che manca: per il cardinal Ruini è già pronto un nuovo incarico, e di lui è pronto anche il successore. Il cardinale Agostino Vallini ha sempre mantenuto un profilo basso, non concedendo praticamente mai interviste ai media. La cosa è piaciuta a Papa Benedetto XVI e al cardinal Bertone. La sua nomina profila un cambio di rotta in quello che è stato il vicariato di Roma sotto la guida pastorale di Camillo Ruini: rispetto all'ex presidente della Cei, Vallini ha un profilo più pastorale. Ruini, invece, si caratterizzava per la sua forza teologica e per la sua idea di Chiesa viva e presente nel dibattito culturale. Un'idea che ha reso concreta con il Progetto Culturale. |
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domenica 15 giugno 2008 |
Mai così vicini. Benedetto XVI e George Bush hanno sancito con una ufficiale visita dal tono informale e dalle fitte chiacchierate la vicinanza che lega in questo momento la Santa Sede e gli Stati Uniti. Un rapporto strettissimo durante l’amministrazione Reagan, soprattutto in chiave anticomunista, e raffreddatosi con le due guerre del Golfo, e soprattutto durante l’amministrazione Clinton. Benedetto XVI ama e ammira gli Stati Uniti. Ne predilige soprattutto il principio di laicità: religioni vive e presenti nel dibattito pubblico, sistema scolastico aperto che mette in concorrenza scuole di diversa estrazione e (perché no?) fede, e allo stesso tempo la separazione tra Stato e Chiesa. George W. Bush ama Papa Ratzinger. Ne ammira la fermezza nella fede, il modo piano e consequenziale di ragionare di fede, e di raccontare la fede con argomenti di ragione. |
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sabato 14 giugno 2008 |
Nelle ultime due settimane, Benedetto XVI ha accolto in Vaticano prima il nuovo presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi e poi George Bush, presidente degli Stati Uniti d’America, che non può essere riconfermato per un terzo mandato e che era in Europa per il suo “tour di addio” alle rappresentanze diplomatiche di tutto il mondo. Due incontri che hanno messo in luce una caratteristica di questo pontificato: la volontà di essere presente nel dibattito pubblico, secondo il modello di laicità positiva che Benedetto XVI ha mutuato dagli Stati Uniti (dei quali è sempre stato grande ammiratore, sin da quando era un giovane docente in Germania) e che ritiene importante e decisivo per l’Europa. Dove l’Illuminismo ha portato principi di ragione, e in nome di quelli ha estromesso la religione dal dibattito pubblico. Cosa che invece non succede negli Stati Uniti. Anzi: |
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