mercoledì, 25 de febbraio de 2009 |
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Il caso della revoca della scomunica al vescovo negazionista Williamson ha messo in luce una serie di malumori interni alla stessa Chiesa cattolica. Malumori che si esprimono con una forte critica all’operato di Benedetto XVI. Sulla revoca della scomunica ai lefevbriani, le più forti critiche all’operato del Papa sono arrivate dalle conferenze episcopali di Germania, Francia e Austria. In Austria, addirittura, Alois Kothgasserm, arcivescovo di Salisburgo, ha dichiarato che con Papa Ratzinger la Chiesa “si sta riducendo a una setta”. Parole gravi, in merito alle quali, il presidente della Conferenza episcopale austriaca, il cardinale Christoph Schönborn, non ha preso alcun provvedimento. Schoenborn ha deciso di non prendere provvedimenti nemmeno per un altro caso di “ribellione” della Conferenza Episcopale austriaca: gli attacchi per la nomina a vescovo ausiliare di Linz di Gehrard Wagner. Wagner in passato aveva definito l’uragano Katrina una ... |
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mercoledì, 25 de febbraio de 2009 |
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Ripartire da don Sturzo in un momento di “grandi cambiamenti” e di “gravi difficoltà”. A novanta anni dal suo appello “ai liberi e ai forti, il Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani ha promosso per il prossimo 27 febbraio un seminario a Caltagirone, città natale di Sturzo, dal titolo: “Senza pregiudizi né preconcetti. Per gli ideali di giustizia e di libertà, nella loro interezza”. L’incontro sarà l’occasione di interrogarsi “sul valore delle esperienze che queste parole ricapitolarono e rilanciarono, e sul pensiero e l’opera di don Luigi Sturzo, consapevoli che la storia non si ripete, consapevoli di essere chiamati alla responsabilità da cose nuove, trovandoci ancora una volta immersi in gravi cambiamenti ed in gravi difficoltà”. Il tempo è maturo per un nuovo grande partito cattolico, come la Dc? “Il discorso di un partito – spiega monsignor Miglio – è legato a contingenze storiche, l’impegno dei laici a servizio del bene comune è invece una costante”. |
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lunedì, 16 de febbraio de 2009 |
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Benedetto XVI, come Giovanni Paolo II prima di lui, chiede “perdono” per il comportamento di coloro che, nella storia, hanno causato sofferenza al popolo ebraico; definisce la Shoah “un crimine contro Dio e l’umanità”; sottolinea che è “inaccettabile e intollerabile” chi, tra gli uomini di Chiesa, la nega o la minimizza. Benedetto XVI incontra i presidenti della maggiori organizzazioni ebraiche americane, e usa parole inequivocabili per esprimere il suo pensiero sulla Shoah. È la ripresa di un percorso di dialogo che si era fatto zoppicante dopo la revoca della scomunica ai lefevbriani. Ma è anche una replica indiretta e inequivocabile a chi gli chiedeva una presa di posizione riguardo le dichiarazioni negazioniste di monsignor Williamson. Il cammino riprende. E il viaggio in Israele, che sembrava potesse essere annullato, si farà, come ha annunciato lo stesso Ratzinger: “Sto preparando la visita in Israele, terra sacra per i cristiani e per gli Ebrei”. |
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lunedì, 16 de febbraio de 2009 |
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C’è “una grossa scollatura tra Paese reale e vita politica”, dice monsignor Romeo, vescovo di Palermo; il meridione deve riappropriarsi della speranza “contro i condizionamenti perversi della criminalità organizzata”, incalza il cardinal Sepe, arcivescovo di Napoli. A venti anni dallo storico documento della Cei su Chiesa e Mezzogiorno, su iniziativa della Curia di Napoli i vescovi del Sud si riuniscono in una due giorni di riflessioni, dalle quali dovrà scaturire un aggiornamento del documento di venti anni fa da sottoporre alla Cei, per poi preparare un altro testo più attuale. Sviluppo, situazione sociale, legalità: sono questi i tre nodi su cui si dipanano le discussioni di oggi e domani a Napoli. Un tavolo aperto dal messaggio del presidente della Repubblica Napolitano, che ha sostenuto la necessità “di uno sforzo solidale della comunità nazionale” per garantire “uno sviluppo sostenibile ed equo” del Mezzogiorno. Uno sforzo cui la Chiesa partecipa, ... |
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lunedì, 16 de febbraio de 2009 |
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Gli ottanta anni dei Patti Lateranensi, che istituirono la Città del Vaticano, sono stati celebrati con un convegno e un concerto in Vaticano, al termine del quale Benedetto XVI ha pregato Dio di vegliare sulla Città del Vaticano e su di lui, “colui che sta al timone della Barca, il successore di Pietro, perché possa svolgere con fedeltà ed efficacemente il suo ministero a fondamento dell’unità della Chiesa cattolica” che “ha in Vaticano il suo centro visibile e si espande ai confini della Chiesa”. Il Papa ha ricordato anche Pio XI, che, annunciando la costituzione di Città del Vaticano “volle ricorrere a un’espressione di san Francesco d’Assisi: disse che la nuova realtà sovrana era per la Chiesa, come per il Poverello, quel tanto di corpo che bastava per tenersi unita l’anima”. È stato il cardinal Bertone ha spiegare, invece, il perché dell’esistenza dello Stato del Papa. “Rappresenta – ha detto il segretario di Stato – uno scudo territoriale, grazie al quale viene assicurata con ... |
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lunedì, 16 de febbraio de 2009 |
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Non c’è solo il caso Williamson a turbare il Vaticano. Perché ci sono altri due casi degni di nota di cui la diplomazia vaticana si deve occupare. Il primo fatto è successo in Austria: proprio mentre montavano le polemiche per le dichiarazioni negazioniste di Williamson, Benedetto XVI ha nominato vescovo in Austria un ultra-conservatore, che ha descritto – tra le altre cose – l’uragano Katrina come la punizione di Dio per il peccato e gli eccessi sessuali a New Orleans. Si chiama Gerhard Maria Wagner, ha 54 anni, non è nuovo ad esternazioni di questo genere: ha anche accusato la serie di Harry Potter di “diffondere il satanismo”, e recentemente ha creato irritazione nella comunità di fedeli per alcune dichiarazioni omofobe: Wagner, in un’intervista, aveva definito l’omosessualità “una malattia curabile”. L’irritazione dei fedeli è salita al punto che l’arcivescovo di Vienna, il cardinal Cristoph Schoenboern, ha convocato d’urgenza ... |
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giovedì, 12 de febbraio de 2009 |
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Ha suscitato grande scalpore la revoca della scomunica ai vescovi della Fraternità di San Pio X da parte di Benedetto XVI. La revoca è stato un atto unilaterale, per la quale Benedetto XVI non ha chiesto niente in cambio. Allo stesso tempo, sia la natura particolare della Fraternità di San Pio X (che si era costituita in funzione polemica con il Concilio, del quale non accettava le aperture liturgiche ed ecumeniche), sia le tesi negazionisti di monsignor Williamson, uno dei quattro vescovi cui è stata revocata la scomunica, hanno fatto passare un messaggio: e cioè che il Papa assolve dalla scomunica i lefevbriani e accoglie nelle braccia della Chiesa un vescovo negazionista. Un messaggio che è lontano dalla realtà dei fatti. Ma che testimonia una crisi diplomatica e di comunicazione all’interno del Vaticano. Andiamo con ordine. Dopo il Concilio Vaticano II, i lefevbriani si separarono progressivamente dalla Chiesa cattolica. Nel 1975, la Fraternità ... |
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giovedì, 12 de febbraio de 2009 |
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Quando il Vaticano ha revocato la scomunicata dei quattro vescovi tradizionalisti lefevbriani, è molto più che possibile che fossero del tutto all’oscuro che uno di loro, Williamson, avesse appena dato un’intervista alla tv svedese nella quale negava che i nazisti avessero usato le camere a gas e asseriva che non fossero morti più di trecentomila ebrei nei campi di concentramento. Ma, a guardare in retrospettiva, c’è stata una certa ingenuità nel mostrare sorpresa. Il movimento tradizionalista lefevbriano ha una storia travagliata di rapporti con il mondo giudaico. Una storia che comincia con lo stesso Lefevbre. Il quale aveva approvato il regime di Vichy (collaborazionista nazista) e il Fronte Nazionale di estrema destra, e che aveva identificato come nemici contemporanei della fede “Giudei, Comunisti e massoni” in una lettera a Giovanni Paolo II nel 1985. E nel 1990, un anno prima della sua morte, Lefevbre dichiarò in un’intervista al ... |
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lunedì, 12 de gennaio de 2009 |
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"L'opzione militare non è una soluzione" e "la violenza, da qualunque parte essa provenga e qualsiasi forma assuma, va condannata fermamente". Benedetto XVI rinnova il suo appello per una pace immediata nella Striscia di Gaza. E spera che, nelle prossime tornate elettorali in Medioriente "emergano dirigenti capaci di far avanzare con determinazione il processo di pace, e di guidare i loro popoli verso la difficile ma indispensabile riconciliazione". Nel consueto incontro di inizio anno con il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, il Papa riprende il tema del suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, e si concentra su povertà e sviluppo, con una nota di apprezzamento verso la Conferenza di Doha, che ha individuato "criteri utili per orientare la gestione del sistema per aiutare i più deboli". C'è poi l'attenzione all'Africa (dove sarà in viaggio) e un accenno al concetto di laicità positiva, che "non ignora la dimensione ... |
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