sabato, 04 de aprile de 2009 |
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La coincidenza non poteva essere ignorata: proprio in contemporanea con l’inizio dei lavori della Commissione vaticana per la Chiesa in Cina, la polizia cinese ha sequestrato monsignor Giulio Jia Zhiguo, vescovo sotterranoe di Zhengding. Così, il documento finale della commissione ha espresso “profondo dolore” per l’arresto del porporato, e ricordato che tale mancanza di libertà “non è un caso isolato”. Anzi, si legge nella nota vaticana, ci sono “altri ecclesiastici”, come molti altri vescovi e sacerdoti ufficiali, “sottoposti a indebite pressioni e limitazioni nelle loro attività pastorali”. Molti prelati riconosciuti dal governo, ma riconciliati con Roma, continuano infatti a essere sottoposti a “vacanze forzate”, lontano dai loro fedeli, e a sessioni politiche che durano per mesi, per convincerli della bontà della politica religiosa del partito e sottomettersi alla politica dell’Associazione patriottica. La situazione in Cina resta critica, nonostante le aperture degli ultimi tempi. ... |
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sabato, 28 de marzo de 2009 |
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Nessuna chiusura all’ingresso della Turchia nell’Unione Europea. Ma, allo stesso tempo, la richiesta forte che la Turchia si adegui alle richieste dell’Unione Europea. Anche per quanto riguarda la questione cipriota. A colloquio con Benedetto XVI prima, e poi con il segretario di Stato cardinal Bertone, il presidente di Cipro Demetris Christofias ha rinsaldato i rapporti già stretti che legano la Santa Sede a Cipro. Due anni fa, il suo predecessore alla presidenza di Cipro portò al Santo Padre le fotografie delle chiese cristiane distrutte dai turchi, suscitando grande scalpore. In quest’ultima visita, il presidente Christofias ha messo sul tavolo non solo la questione di Cipro, ma anche il modo in cui Cipro si vuole posizionare nei confronti dell’Europa. Un posizionamento che passa attraverso la Comunità di Sant’Egidio, e che vuole fare di Cipro un ponte tra l’Unione Europea e l’Africa. Christofias ha spiegato che “non ha posto al Papa la questione delle polemiche ... |
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sabato, 28 de marzo de 2009 |
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Roma. Gli studenti dell’Università cattolica di Notre Dame, in Indiana, negli Stati Uniti, sono in mobilitazione, e hanno già raccolto oltre 120 mila firme. Il motivo della protesta? La presenza del presidente americano Barack Obama come ospite di apertura all’anno accademico. Un evento che molti universitari americani sognano. Ma non quelli della cattolicissima università di Notre Dame: contrari alle posizioni liberali della Casa Bianca su aborto e cellule staminali, gli studenti hanno definito “una scelta inaccettabile”, “uno scandalo” e “una disgrazia” l’invito rivolto al presidente del rettore, padre John Jenkins, cui chiedono di annullare l’intervento. È il caso più appariscente di un dibattito che negli Stati Uniti è quasi dilaniante: qual è il posto nella Chiesa dei cattolici che si considerano pro-choice? Raymond Burke, oggi Prefetto della Segnatura Apostolica, guidò personalmente, da vescovo di Saint Louis, la crociata contro i cattolici no-choice, sostenendo che ... |
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sabato, 28 de marzo de 2009 |
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La Francia respinge con un intervento ufficiale del ministero degli Esteri le accuse rivolte lunedì dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ad “alcuni esponenti politici europei” e “organismi sovranazionali” per aver “irriso e offeso” il Papa per il suo intervento sui preservativi nel suo viaggio in Africa. “Non volevamo fare alcuna polemica. Abbiamo detto soltanto, e lo ripetiamo, che la frase del Papa sul preservativo (che non è una parte della soluzione, ma un problema per l’Aids) può avere conseguenze drammatiche sulla politica mondiale in favore della salute”, riferisce Eric Chevallier, portavoce del ministero degli Esteri francese. Che aggiunge: “Non abbiamo mai detto che il preservativo è l’unica soluzione del problema. Ce ne sono altre, l’assistenza medica, quella sociale, i test per individuare la presenza del virus, il sostegno psicologico. Ma il preservativo fa parte di questi elementi di risposta. Tutti i discorsi che vanno in direzione diversa, fatti in più da ... |
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sabato, 21 de marzo de 2009 |
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Benedetto XVI punta il dito “contro le tante persone senza scrupoli” che “cercano di imporre il regno del denaro disprezzando gli indigenti” in Africa, anche se non spiega se si riferisce alle potenze economiche e alle multinazionali, di cui parla nell’Instrumentum Laboris, o ai dirigenti locali corrotti. Parla di nuovo in difesa della vita e dell’accoglienza della vita (“un dono di Dio e la priorità assoluta”) e dei bambini e giovani africani maltrattati, sfruttati, lasciati per strada, arruolati forzatamente in gruppi militari”. E nel pomeriggio, in visita al centro Emilio Leger, si rivolge idealmente “a tutti i malati, e, specialmente qui in Africa, a quelli che sono vittime di malattie come l’Aids, la malaria e la tubercolosi”, e ricorda a tutti quelli nella Chiesa impegnati “in una lotta efficace contro questi terribili flagelli” di “proseguire con determinazione in questa opera urgente”. Il terzo giorno di visita in Africa subisce lo strascico delle polemiche sulle frasi del Papa riguardanti l’efficacia ... |
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sabato, 21 de marzo de 2009 |
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“Grandissima preoccupazione” la esprime il ministero degli Esteri francese per le conseguenze sulla lotta contro l’Aids delle parole di Benedetto XVI sull’uso del preservativo. Critiche da parte del governo tedesco. E poi, strali da parte di attivisti anti-Aids, organizzazioni non governative, stampa. Una pioggia di critiche cui la Santa Sede risponde con un articolo dell’Osservatore Romano che nota come “il senso del viaggio del Papa” sia stato “stravolto dalle polemiche”; con una nota nella quale la Santa Sede sottolinea che “la Chiesa concentra il suo impegno non ritenendo di puntare essenzialmente sulla più ampia diffusione di preservativi sia in realtà la via migliore”; con la pubblicazione della risposta completa di Benedetto XVI alla domanda riguardo la posizione della Chiesa sulla lotta all’Aids, “spesso considerata – ha detto il cronista – non realistica e non efficace”. Domanda alla quale il Papa ha risposto: “Io direi il contrario: penso che la realtà più ... |
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sabato, 21 de marzo de 2009 |
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No al concetto “assurdo” di aborto come metodo per proteggere i “diritti riproduttivi” delle donne. Un appello ai Paesi più ricchi del mondo a mantenere l’impegno di destinare lo 0,7 per cento del loro Pil agli aiuti ufficiali per lo sviluppo dell’Africa. E un richiamo agli africani: “Non arrendetevi alla legge del più forte”. Benedetto XVI arriva a Luanda, la capitale, in mattinata, per la quarta tappa del suo viaggio in Africa. Un viaggio che ormai si può definire snodato in tre temi fondamentali: la difesa della vita, l’attacco a quanti fanno scempio dell’Africa e l’invito agli africani a stare in guardia, l’appello ai Paesi più ricchi per aiutare il Continente Nero. La Chiesa è da sempre in prima linea nel negare che l’aborto può essere questione di salute riproduttiva. Alle Conferenze del Cairo sulla popolazione (1994) e di Pechino sulla Donna (1995) la delegazione vaticana si è battuta strenuamente perché il concetto non passasse nei documenti ufficiali. Il perché ... |
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sabato, 14 de marzo de 2009 |
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Inculturazione della fede, rapporto con l’Islam, problema delle sette, Aids e rapporto demografico: sono queste le principali problematiche della Chiesa Africana. Benedetto XVI sarà in Africa dal prossimo 17 marzo, tra Camerun e Angola, e farà i conti con una realtà – quella africana – da seguire con attenzione. Monsignor Onayukean, relatore per l’Africa all’ultimo sinodo dei vescovi, ha sottolineato la continuità tra i culti tribali e il cattolicesimo, spiegando che suo padre non si sentiva di essersi convertito, di aver aggiunto qualcosa alla fede dei suoi antenati. Un passaggio, più che un cambiamento. E una sfida per la Chiesa di Roma. Il problema è quello dell’inculturazione: come radicare la fede cattolica nelle civiltà locali senza perdere i suoi capisaldi teologici e dottrinali? Il timore è che facendo troppi compromessi ci sia un miscuglio confuso tra culti animisti e tradizione liturgica, ma senza compromessi il cattolicesimo rischia di diventare impopolare. |
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sabato, 14 de marzo de 2009 |
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Benedetto XVI ammette che nella faccenda della scomunica ai lefevbriani sono stati fatti degli errori. E cioè di non aver fatto controlli nella rete (dove si potevano trovare da tempo le dichiarazioni negazioniste di Williamson) e di non aver spiegato subito con una nota la revoca della scomunica alla Fraternità di San Pio X. Ma si mostra profondamente deluso dalla valanga di critiche che gli sono piovute addosso per la decisione. Affermazioni, dichiara il portavoce della Sala Stampa Vaticana padre Lombardi, “che non sono certo caramelline”. È stata diffusa ieri la lettera che Benedetto XVI invia ai vescovi di tutto il mondo per spiegare le ragioni della revoca della scomunica ai seguaci di Lefevbre, della quale ampi stralci erano già diffusi. È una lettera che racconta di una Chiesa lacerata da profonde divisioni, odii, intolleranze, che non risparmiano nemmeno lo stesso Papa. Nonostante i tentativi di dimostrare la positività della scelta papale, l’immagine della ... |
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sabato, 14 de marzo de 2009 |
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L’Aids “non si può superare con la distribuzione di preservativi”. E poi l’economia, l’attenzione ai poveri, il capitolo sette. Durante il volo papale, e poi a Yaoundé per il suo primo viaggio da Papa Africa, Benedetto XVI parla di tutte le sfide della Chiesa nel Continente Nero. Benedetto XVI consegnerà ai vescovi africani l’Instrumentum laboris del prossimo sinodo africano. Ma avrà anche l’occasione di discutere le prospettive della Chiesa africana. Una Chiesa giovane (appena 150 anni di evangelizzazione in Camerun, 500 in Angola), dove le tradizioni popolari spesso si mescolano con la fede cristiana, in continua evoluzione, che subisce la proliferazione delle sette. E che viene contestata per il rifiuto all’uso di preservativi per prevenire l’Aids. Benedetto XVI, utilizzando per la prima volta in pubblico la parola “preservativo”, spiega che l’epidemia “non si può superare con la distribuzione di preservativi, che, anzi, aumentano i problemi”. Ritiene “encomiabile” il fatto che ... |
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