MEDITAZIONE SUGLI ANGELI. Di padre Gioacchino Welz

MEDITAZIONE SUGLI ANGELI. Di padre Gioacchino Welz

In questo liturgico giungiamo alle ricorrenze delle feste dei Santi Angeli: prima degli Arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele il 29 settembre ( infatti le orazioni e il prefazio della messa onorano tutti i beati spiriti del cielo!) e poi segue la festa dell’Angelo Custode, il 2 ottobre. E “ non sono tutti spiriti servitore, mandati al servizio di quelli che erediteranno la salvezza?” ( Eb 1,14). Si, sono servitori di Gesù che ci portano la Sua parola: “ Io, Gesù, ho inviato il mio angelo che attestasse a voi quanto concerne le chiese” ( Ap 22,16).. la divina rivelazione ci insegna che loro sono pieni della Sua luce [ L’Angelo del signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce” ( Lc 2,9)]. Davvero, Gesù riempie loro coscienza e il suo potere “ Vidi infatti in mezzo al trono, con i quattro Viventi e i Vegliardi, un Agnello ritto, ma come immolato, con sette corna e sette occhi, che sono i sette Spiriti di Dio inviati per tutta la terra”( Ap 5,6). Ritengo per evidente che i “ sette occhi” sono simbolo della pienezza di conoscenza del Cristo, e che le “ sette corna” sono simbolo della pienezza del Suo potere, ai quali lascia partecipare i suoi Angeli! San paolo citando il salmo 104,4 afferma che Dio “ Fa i suoi Angeli come venti e i suoi servi come fiamma di fuoco” ( Eb 1,7). ...
... In questo modo li associa allo Spirito Santo, poiché  i suoi simboli segni di pentecoste sono “ un vento impetuoso” e “ lingue come di fuoco” ( At 2,2.3).  Loro pregano per noi: “ Signore degli eserciti, fino a quando non ti muoverai  a compassione  di Gerusalemme e delle città di Giuda” ( Zc 1,12). Ci ammoniscono: “ I tuoi orecchi udranno dietro di te una parola che dice: “ Questo è il cammino, seguitelo”, ( Is 30,21). Non ci lasciano a seguirlo da soli ma ci guidano, ci accompagnano: “ ecco , io mando un Angelo davanti a te, per vegliare su di te nel cammino e farti entrare nel luogo che ho preparato. Sii attento davanti a lui, ascolta la sua voce, non ribellarti a lui, perché non sopporterà la vostra trasgressione, poiché il mio nome è in lui.” ( Es 23,20-21). Il luogo che Iddio ci prepara è il regno di Dio. “ Il regno di Dio, infatti, [è] rettitudine ( integrità morale) e pace e gioia nello Spirito Santo” ( Rom 14,16). La rettitudine oppure la giustizia di cui San Paolo sta parlando, non è l’effetto di un legalismo estrinseco, ma si un atteggiamento eminente interiore: “ Oh, quanto amo la tua legge! Essa è la mia meditazione per tutto il giorno” ( SI 119,97). Ora , i due frutti di quest’amore retto e integro, secondo san Tommaso d’ Aquino, sono la gioia e la pace ( Summa Teologica). La gioia: il diletto nel godere il sommo bene dell’unione con Dio “ Baciami con i baci della tua bocca: le tue carezze sono migliori del vino” ( Cn 1,2) e la pace: la certezza di non perdere mai questo tesoro “ chi ci separerà dall’amore di Cristo?” ( Rom 8,35). Oh come è consolante saperci già in questo mondo chiamati a godere abitualmente della dolcezza di questa unione d’amore. La Chiesa non prega sempre al fine del Veni Creator: O Dio, che hai ammaestrato i cuori dei tuoi fedeli con la luce dello Spirito santo ( per mezzo degli angeli di luce): concedici, nel medesimo Spirito, di gustare le cose rette ( amando il regno di Dio e la sua legge) e di godere sempre della Sua consolazione. Ahimè! come spiegare la discrepanza fra questi beni che Dio vuole concederci e il triste stato interiore della maggior parte dei cristiani? A livello pratico possiamo rispondere così : gli inviati alla festa divina non hanno prestato ascolto ai messaggeri ( = Angeli!) che li chiamavano! I cristiani ignorano oppure, peggio, non rispondono alle chiamate , alle ammonizioni, alla luce , a tutto ciò che i suoi Angeli offrono loro e perciò , coinvolti con le cose terrene, come il giovane ricco, passano la loro vita in tristezza. Chi invece presta zelantemente attenzione al suo angelo e mette in pratica la sua parola con solerzia vivrà con pace e gioia. Oh, quanto amabili sono le Tue dimore, o Signore degli eserciti  [Angeli]! L’anima mia anela e si strugge per i cortili del Signore; il mio cuore e la mia carne mandano grida di gioia al Dio vivente. Beati quelli che ripongono la loro forza in Te e che hanno in cuore le Tue vie! Essi vanno di valore in valore, e infine compaiono davanti a Dio in Sion. O Eterno, Dio degli eserciti [ Angeli ] , un giorno nei Tuoi cortili val più che mille altrove; io preferisco stare sulla soglia della casa del mio Dio, che abitare nelle tende degli empi. L’Eterno darà grazia e gloria; egli non rifiuterà alcun bene a quelli che camminano rettamente. ( SI 84,1-2.5.7-8.10.11b). a queste verità San Ignazio di Loyola diede espressione nella sua seconda regola per il discernimento dei spiriti, di cui l’effetto netto è questo: il demonio ci conduce alla sterilità e alla tristezza, mentre l’Angelo ci guida e alla fecondità. In coloro che si impegnano ( a collaborare bene con l’Angelo) e a purificarsi dai loro peccati e che procedono di bene in meglio nel servizio di Dio nostro Signore, avviene il contrario della prima regola. In questo caso, infatti, è proprio dello spirito cattivo rimordere, rattristare, portare difficoltà e turbare con false ragioni, per impedire di andare avanti; invece è proprio dello spirito buono dare coraggio ed energie, consolazione e lacrime, ispirazioni e serenità, diminuendo ogni difficoltà, per andare avanti nella via del bene. ( Esercizi spirituali, nr. 315).
 
MEDITAZIONE SUGLI ANGELI. Di padre Gioacchino Welz
 
Segnalazione di Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui)