I pro-life piemontesi non voteranno la Bresso Piemonte

I pro-life piemontesi non voteranno la Bresso PiemonteI pro-life piemontesi non voteranno la Bresso Piemonte, i Movimenti per la Vita scaricano l'UDC: la Bresso "viola le regole elementari della convivenza civile" di Massimo Introvigne - Nota nel profilo di Facebook dell'autore - 3 febbraio 2010 Se i gruppi e le marce pro-life negli Stati Uniti fanno tremare Obama, anche in Italia da diversi anni i movimenti per la vita e per la famiglia hanno deciso di dire la loro in politica. Il Family Day del 2007 fu l'inizio della fine per il governo Prodi. Non è un mistero per nessuno che il Movimento per la Vita italiano è da molti anni vicino all'UDC. Il suo presidente, Carlo Casini - omonimo ma non parente di Pier Ferdinando -, è un parlamentare europeo eletto nelle file dell'UDC. Ora però il giocattolo si è rotto, a causa della strana alleanza in Piemonte fra l'UDC e Mercedes Bresso, la presidente della Regione che - fin dagli inizi della sua carriera politica a fianco di Emma Bonino - ha fatto del laicismo e della promozione di posizioni ...

...  antitetiche a quelle cattoliche su vita e famiglia l'asse e il centro della sua militanza. In Piemonte i movimenti per la vita cattolici sono particolarmente forti, e non nuovi a iniziative di risonanza nazionale. Federvita Piemonte, la federazione dei Movimenti per la Vita e dei Centri di Aiuto alla Vita, comprende settanta associazioni diffuse su tutto il territorio piemontese, oltre a gestire case di accoglienza e asili nido: una fetta importante di un volontariato il cui peso si farà sentire alle elezioni. All'indomani dell'annuncio ufficiale dell'alleanza fra Bresso e UDC la Federvita piemontese, con un gesto senza precedenti, ha pubblicato un durissimo comunicato che di fatto liquida i rapporti con il partito di Pier Ferdinando Casini e che non potrà non avere ripercussioni nazionali. Il documento di Federvita Piemonte afferma che "per tutto l'arco del mandato che va a concludersi, la presidente Bresso, con la sua giunta, ha connotato la sua azione con una costante e pervicace politica di opposizione alla vita e alla famiglia, violando le più elementari regole di rispetto, di aiuto e di tutela che stanno alla base della civile convivenza".

Parole che pesano come macigni, e che i settanta movimenti per la vita piemontesi illustrano con un puntiglioso elenco delle malefatte della presidente neo-alleata dell'UDC. Si comincia dalla "dichiarata e pronta disponibilità della presidente Bresso, nel corso della vicenda Englaro ad offrire un ospedale piemontese in cui poter far morire per fame e per sete una giovane donna disabile". Si continua con "la sperimentazione, caldeggiata e difesa ad oltranza, della RU 486, che per la prima volta in Italia è stata promossa e usata nell'ospedale Sant'Anna di Torino", accompagnata da un protocollo di applicazione della legge 194 sull'aborto che "sancisce un'aprioristica chiusura verso la partecipazione del volontariato pro-vita alla prevenzione all'aborto, promuove la diffusione della contraccezione di emergenza (aborto precoce) anche fra le minorenni, prevede l'estrema facilitazione del percorso abortivo in tutti i casi".

Non è finita: perché oltre che contro la vita la Bresso e la sua amministrazione, incalza Federvita, sono anche contro la famiglia. I movimenti pro-life denunciano "i reiterati tentativi di cancellare quanto la precedente Amministrazione [di centro-destra], relativamente alle politiche per il diritto allo studio, aveva posto in atto per rendere effettiva la libertà di educazione", a favore in particolare delle scuole cattoliche, e i tentativi di riconoscimento pubblico delle forme di convivenza omosessuali. Per chi non avesse capito Federvita lo scrive nel suo comunicato perfino in grassetto: è "fortemente auspicabile un'alternativa alla rielezione di Mercedes Bresso alla guida della Regione Piemonte". Un no ad altissima voce, dunque, alla scelta dell'UDC di sostenere la Bresso e la sua politica contro la vita e la famiglia che "viola le regole più elementari della convivenza civile".

E un appello al centro-destra perché s'impegni esplicitamente per i valori della vita e della famiglia, subito raccolto dal candidato leghista Roberto Cota il quale ricorda come - da capogruppo della Lega alla Camera - si è sempre trovato a fianco dei movimenti per la vita su tutte le battaglie che contano. Gli ambienti pro life liquidano come irrilevanti i riferimenti dell'UDC a esponenti di centro-destra come Tondo in Friuli che sul fine vita hanno manifestato posizioni inaccettabili per i cattolici. La Bresso, si fa osservare, ben più di un Tondo è una bandiera nazionale dell'attacco alla vita e alla famiglia, e comunque adesso è di lei che si discute. Respinte al mittente anche le osservazioni dell'UDC piemontese secondo cui sarebbero "non negoziabili" per i cattolici anche i principi in materia di accoglienza agli immigrati che sarebbero violati dal centro-destra e dalla Lega. "Qualcuno - osservano sorridendo alla direzione di Federvita - deve aver letto male il Papa, per cui quella di principi non negoziabili è una nozione molto tecnica riferita a vita, famiglia e libertà di educazione".

E comunque il programma del centro-destra in materia d'immigrazione non piacerà forse a qualche monsignore ma è conforme al Catechismo della Chiesa Cattolica, il quale afferma che in vista del bene comune il diritto all'immigrazione può essere limitato.

Massimo Introvigne