LA SPIRITUALITA’ DELL’OPUS ANGELORUM |
A differenza di qualche secolo fa quando le confraternite agli angeli erano numerose specialmente grazie all’apostolato dei Gesuiti e delle congregazioni religiose dedite alla scuola cattolica e al catechismo, attualmente, purtroppo, esistono nella Chiesa Cattolica pochi movimenti di apostolato dedicati esplicitamente agli angeli: uno di questi rari gruppi che diffonde tra i cattolici del ventunesimo secolo la devozione agli spiriti celesti si chiama Opus Sanctorum Angelorum (l’Opera dei Santi Angeli). Questo movimento (Opus, per brevità) fu creato dall’austriaca Gabriele Bitterlich, la cui diffusione di scritti sugli angeli sono stati vietati dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. Su questa normativa l’Opus ha, come sempre ha fatto, prontamente obbedito alla gerarchia vaticana. Il movimento fu riconosciuto da papa Paolo VI nel 1968. Precedentemente, nel 1950, papa Pio XII esortava ad una rinnovata devozione nei confronti degli angeli, specialmente nei difficili tempi a venire. ...
... La Tradizione spirituale associa gli angeli con la Seconda Venuta di Cristo, con la fine e i nuovi inizi. Oltre ai dati della Sacra Scrittura e del magistero cattolico sugli angeli un’altra fonte di ispirazione per l’Opus sono le testimonianze di apparizioni di angeli nel ventesimo secolo; padre Pio (1887 – 1968), un mistico canonizzato dalla Chiesa famoso per le sue stigmate, pare che secondo le testimonianze dei suoi figli spirituali sia vissuto in intimo rapporto con ciò che egli chiamava il suo “compagno celestiale”. Forse ancora più importanti per l’Opus sono le asserzioni riguardanti le apparizioni di un angelo nel 1916 a tre pastorelli a Fatima in Portogallo come preludio alla loro visione della Vergine Maria nel 1917. La figura di Maria, come quella dell’angelo custode, gioca un ruolo sempre più importante nella coscienza spirituale della componente cattolica ( ovviamente di quella “ non progressista e protestantizzata”). A grandi linee, lo scopo dell’Opus è il lavoro di consapevole “collaborazione fra gli angeli e gli uomini, a maggior gloria di Dio , per la salvezza dell’umanità e la rigenerazione di tutta la creazione”. L’Opus è un movimento volto al “matrimonio collettivo” dell’umanità credente con l’ordine angelico; sotto la guida di sacerdoti ( in genere appartenenti all’ordine dei Canonici Regolari della Santa Croce di Coimbra) che sono già stati iscritti nell’Opus, il rito per l’unione con il divino è composto di tre gradi o livelli. Essi sono: - La promessa. Innanzitutto i candidati fanno una promessa ai loro angeli custodi. Tutti coloro che amano il loro angelo e vogliono seguire la sua guida possono accedere alla Promessa. I candidati si inginocchiano davanti ad un sacerdote e promettono a Dio di amare i loro “santi compagni” e di ubbidire ai loro comandi trasmessi dalla voce della coscienza; - La consacrazione all’angelo custode. Dopo almeno un anno di preparazione, ma in genere la preparazione è più lunga, i candidati prendono parte ad una cerimonia durante la quale tengono in mano una candela accesa in presenza del Santissimo Sacramento. Dopo aver pronunciato la consacrazione di rito, i candidati ne trascrivono il testo di proprio pugno. Quanto segue riproduce parte della dichiarazione: Santo Angelo Custode, datomi fin dall’inizio della mia vita come Custode E Compagno, io, povero peccatore, desidero consacrarmi a te […]. Prometto Di riconoscerti sempre come mio santo Custode e di promuovere la venerazione dei santi angeli, forieri dell’aiuto dato a noi in un modo molto speciale In questi tempi di combattimento spirituale per il Regno di Dio. I candidati chiedono di diventare come gli angeli nelle perfezione del loro amore e della loro volontà che offrono a Dio appunto ad imitazione degli angeli. In breve, la consacrazione è un rituale di affratellamento all’angelo. L’Opus è un lavoro di formazione cristiana per “questi tempi di combattimento spirituale”: si allude qui alla possibilità che magari ci si stia avvicinando alla fine del mondo…, ma, inoltre, consacrarsi al proprio angelo custode è suggellare il proprio servizio di guerriero spirituale: san Michele ne è l’archetipo e il modello essendo patrono universale della Chiesa. Da ragazzi le persone che oggi hanno oltre 55-60 anni hanno sentito spesso alla fine della Messa queste solenni parole pronunciate dal sacerdote, facenti parte di una preghiera o invocazione a san Michele composta dal papa Leone XIII: “Proteggici contro la cattiveria e i trabocchetti del diavolo … e tu, principe, delle schiere celesti, per il potere concessoti da Dio, precipita nell’inferno Satana e tutti gli spiriti maligni che si aggirano nel mondo cercando la rovina delle anime”. Il guerriero spirituale che si lascia condurre da san Michele e dal suo angelo custode è consapevole che il mondo, sia esteriore che interiore, è pieno di trabocchetti e di trappole. Satana è uno splendido omaggio all’Ombra, che ci ricorda il nostro dovere di impugnare le spade dei guerrieri nella lotta per la liberazione spirituale nostra e altrui. La consacrazione include anche questa supplica: “ Ti prego, santo angelo di Dio, fammi sentire un amore tanto forte che io ne possa essere infiammato”. Cooperare con gli angeli è in tal modo un duplice compito: divenire guerrieri sacri per la causa del Regno di Dio nella Chiesa e amanti divini. La tradizione più antica dei Padri della Chiesa rispecchia questo equilibrio nella credenza non solo in un angelo personale buono, ma anche in un malvagio. Così Origene scrisse. “Tutti gli uomini sono ispirati da due angeli, uno malvagio che li spinge al male ed uno buono che li spinge al bene […]. Se nei nostri cuori albergano buoni pensieri, non vi è dubbio che parla a noi l’angelo del Signore; ma se cose malvage entrano nel nostro cuore, chi ci parla è l’angelo del male”. Le forze trans personali, in cui noi ci troviamo potentemente immersi, sono bipolari: oscurità e luce. Quando invochiamo il nostro angelo custode, dobbiamo anche essere pronti a confrontarci con il nostro demone personale. Le forme e le energie che stimolano i nostri processi di pensiero non soltanto le nostre: noi siamo impigliati nell’altro, l’estraneo, anche quando non ce ne rendiamo conto; - La consacrazione a tutti gli angeli. L’ultimo stadio dell’Opus è la consacrazione personale a tutto il regno angelico. Secondo il Padre della Chiesa Atenagora, il “Demiurgo e Creatore del mondo, Dio , attraverso la sua parola, ha suddiviso e destinato gli angeli ad occupare gli elementi, i cieli, il mondo e tutto ciò che è destino gli angeli ad occupare gli elementi, i cieli, il mondo, e tutto ciò che è nel mondo”. In tal modo, poiché l’ordine angelico abbraccia tutte le sfere degli esseri , dall’umano al cosmico, lo scopo finale dell’Opera degli angeli altro non è che vivere in sacra comunione con il creato di Dio. Ora, mentre questo grandioso fine può essere il culmine della nostra avventura spirituale, il nucleo della dottrina degli angeli che può dare frutti immediati è ancora più pratico. Primo, tutti gli esseri umani, santi o peccatori, cristiani, pagani o atei, godono, fin dalla loro nascita, del servizio di un angelo custode. L’angelo custode, come dice Gesù nel vangelo di Matteo (18,10) viene raffigurato come esistente “faccia a faccia” con Dio, in comunione diretta con l’Onnipotente. In breve, in ogni essere umano esiste una via d’accesso alle più alte energie dello spirito, e la dottrina dell’angelo custode è il riconoscimento di questo fatto psichico che è reale perché l’angelo non è una semplice metafora ma è persona dotata di intelligenza e volontà liberamente messe a servizio del Signore. Più specificamente, l’Opus insegna che l’angelo custode è là per respingere il pericolo che minaccia l’anima e il corpo; impedire i suggerimenti di cattivi pensieri da parte di Satana; eliminare occasioni di peccato; illuminare e istruire, Essere tramite per le nostre preghiere; correggerci se pecchiamo; assisterci nell’agonia della morte; condurci dopo la morte presso Dio in paradiso o per espiare una vita non completamente eroica nella santità in purgatorio. La lista delle funzioni angeliche per un cattolico è ragguardevole. Per renderle attuabili, tuttavia, noi dobbiamo venerare e pregare il nostro angelo custode; inchinarci alla sua presenza; avere fiducia nella sua sollecitudine ; essergli grati per i suoi preziosi aiuti; seguire i suoi ammonimenti ed infine mostrargli tenera devozione. Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui) |
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