San Matteo conclude il racconto delle tentazioni del Signore con questo versetto: “Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano” (Mt. 4,11). “Soffermiamoci a contemplare l’intervento degli angeli nella vita di Gesù per capire meglio il loro compito – la missione angelica – nella vita umana. La tradizione cristiana descrive l’angelo custode come un grande amico che Dio ha messo accanto a ogni uomo per accompagnarlo nel suo cammino. E per questo ci invita a conoscerlo,a rivolgerci a lui. La Chiesa, facendoci meditare questi passi della vita di Gesù, ci ricorda che nel tempo di Quaresima –tempo in cui ci riconosciamo peccatori, pieni di miserie, bisognosi di purificazione – c’è posto anche per la gioia. Perché la Quaresima è anche tempo di fortezza e di gaudio. Dobbiamo sentirci pieni di coraggio , perché la grazia del Signore non può mancare: Dio sarà sempre accanto a noi e manderà i suoi angeli perché siano i nostri compagni di viaggio, i nostri prudenti consiglieri lungo la via, i collaboratori in tutte le nostre imprese” (J. Escrivà, E’ Gesù che passa, 63). ...
... “Notiamo che la Sacra Scrittura e la Tradizione chiamano propriamente angeli quegli spiriti puri che nella fondamentale prova di libertà hanno scelto Dio, la sua gloria e il suo regno” (Giovanni Paolo II, Udienza generale, 6 agosto 1986). A loro è stata affidata la tutela degli uomini. Si legge nella Lettera agli Ebrei: “Non sono essi tutti spiriti incaricarti di un mistero, inviati per servire coloro che devono entrare in possesso della salvezza?”. (Eb. 1,14). E’ dottrina comune che tutti e singoli gli uomini, battezzati o no, abbiano l’angelo custode. La sua missione comincia al momento del concepimento di ogni uomo e continua fino al momento della sua morte. San Giovanni Crisostomo afferma che tutti gli angeli custodi parteciperanno al Giudizio universale per “dar diretta testimonianza del ministero che esercitano per ordine di Dio per la salvezza di ogni uomo” (San Giovanni Crisostomo, in Catena aurea, vol. III, p. 238). Negli Atti degli Apostoli troviamo numerosi passi in cui si verificano interventi degli angeli, e la confidenza con cui erano trattati dai primi cristiani è evidente (Cfr. At 5, 19-20. 8,26. 10, 3-6). Tale venerazione e fiducia negli angeli da parte dei nostri fratelli nella fede si evidenzia particolarmente nell’episodio della liberazione di san Pietro dal carcere: “Ed ecco gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: “Alzati in fretta!”. E le catene gli caddero dalle mani, e l’angelo a lui: “Mettiti la cintura e legati i sandali”. E così fece. L’angelo disse: “Avvolgiti il mantello, e seguimi” (At 12,7-11). Pietro, orami liberto, s’incamminò verso la casa di Maria, madre di Marco, “dove si trovava un buon numero di persone raccolte in preghiera. Appena ebbe bussato alla porta esterna, una fanciulla di nome Rode si avvicinò per sentire chi era. Riconosciuta la voce di Pietro, per la gioia non aprì la porta, ma corse ad annunziare che fuori c’era Pietro. “Tu vaneggi!” le dissero. Ma essa insisteva che la cosa stava così. E quelli dicevano: “E’ l’angelo di Pietro” (At. 12, 13-17). Questo racconto mostra insieme il grande affetto che i primi cristiani avevano per Pietro e la loro fede semplice e naturale negli angeli custodi. “Ammira con quale fiducia trattavamo i loro Custodi i primi cristiani – E tu?” (Cfr. J. Escrivà, Cammino, 570). Anche noi dobbiamo trattarli con naturalezza e fiducia, e molto spesso ci stupiremo di quanto aiuto ci prestano per vincere nelle lotte contro il maligno. “Siamo molto aiutati dagli angeli buoni, messaggeri dell’amore di Dio, ai quali, secondo la tradizione della Chiesa, rivolgiamo questa nostra preghiera: “Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi, governa me, perché ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen” (Giovanni Paolo II, loc. cit.). “…Ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano”. Gli angeli custodi hanno la missione di aiutare ogni uomo a raggiungere il suo fine soprannaturale. “Ecco, io mando un angelo davanti a te”, dice il Signore a Mosè, “per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato” (Es. 23,20). E il Catechismo Romano commenta: “Come i genitori scelgono delle guide e dei tutori per i figli che si accingono a viaggiare attraverso regioni insidiose e sentieri pericolosi, così il Padre divino, sul cammino che ci guida alla patria celeste, ha voluto assegnare a ciascuno di noi un angelo che ci fosse accanto nei pericoli, ci sostenesse nelle difficoltà, ci guidasse tra le insidie, ci proteggesse negli assalti del male, in modo da non smarrirci dal retto cammino, vittime delle trame e degli agguati del nemico” ( Il Catechismo romano, p. 4, cap. IX, 4). E’ pertanto missione degli angeli custodi aiutare l’uomo nella lotta contro tutti i pericoli e le tentazioni, e suggerire al suo cuore buone ispirazioni. Sono nostri intercessori, nostri custodi, e ci soccorrono quando li invochiamo. “I santi intercedono per gli uomini, mentre gli angeli custodi non pregano per gli uomini ma agiscono accanto a loro. Se da parte dei beati si ha un’intercessione, da parte degli angeli vi sono un’intercessione, e un intervento diretto: sono allo stesso tempo avvocati degli uomini presso Dio e ministri di Dio presso gli uomini” (G. Huber, Mi àngel marcherà delante de ti, Calabra, Madrid 1980, p. 43). L’angelo custode può prestarci anche favori materiali, se non in armonia con il nostro o con l’altrui fine soprannaturale. Non facciamoci riguardo a chiedere il loro aiuto nelle piccole necessità materiali quotidiane: trovare parcheggio per l’automobile, non perdere l’autobus, aiutarci al momento di un esame (per il quale abbiamo comunque studiato), e così via. Possono collaborare con noi soprattutto nell’apostolato, nella lotta contro le tentazioni e contro il demonio, e nell’orazione. “Gli angeli non solo recano le nostre suppliche al Signore, ma portano anche i suoi messaggi alle anime e quindi, come pastori buoni, le pascono con soavi ispirazioni e comunicazioni divine perché Iddio si serve anche di loro. Inoltre essi ci proteggono dai lupi, che sono i demoni” (San Giovanni della Croce, Cantico Spirituale, 2,3). Dobbiamo trattare l’angelo custode come un intimo amico. Egli è sempre all’erta, costantemente disposto a intervenire se glielo chiediamo. E’ un peccato se, per dimenticanza, per tiepidezza o per ignoranza, non ci sentiamo accompagnati da un amico così fedele, o non gli chiediamo aiuto in tutte le occasioni di bisogno. Non siamo mai soli nella tentazione o nella difficoltà perché il nostro angelo ci assiste; sarà accanto a noi fino al momento in cui abbandoneremo questo mondo. Alla fine della vita l’angelo custode ci accompagnerà davanti al tribunale di Dio, come la Chiesa ricorda nelle orazioni per raccomandare l’anima al momento della morte. “Abbi confidenza col tuo angelo custode. – Trattalo come un amico intimo – lo è – ed egli saprà renderti mille servizi nelle faccende abituali di ogni giorno” (J. Ecrivà, Cammino, 562). Perché l’angelo custode ci presti il suo aiuto è necessario fargli conoscere, in qualche maniera, le nostre intenzioni e i nostri desideri. Nonostante la grande perfezione della loro natura, gli angeli non hanno il potere di Dio né la sua sapienza infinita, e quindi non possono leggere nell’intimo delle coscienze. E’ sufficiente parlargli mentalmente perché ci capisca, e perché arrivi perfino a dedurre del nostro intimo più di quanto noi stessi siamo capaci di esprimere. Per questo è così importante avere un rapporto di amicizia con l’angelo custode. All’angelo custode oltre all’amicizia dobbiamo venerazione: perché sta sempre alla presenza di Dio, contemplandolo faccia a faccia, nel momento stesso in cui è insieme a noi. Questa devozione sarà un efficace aiuto nel nostro rapporto con Dio, nel lavoro, nelle relazioni sociali, nelle piccole e grandi contrarietà che si possono presentare lungo la giornata. In questo tempo di Quaresima possiamo avere particolarmente presente la scena commovente dell’Orto di Getsemani, in cui l’Umanità santissima del Signore è confortata da un angelo del Cielo. “Dobbiamo imparare a trattare gli angeli. Rivolgiamoci a loro in questo momento. Parla al tuo angelo custode e digli che le acque soprannaturali della Quaresima non stanno passando invano sulla tua anima, ma penetrano in profondità, perché il tuo cuore è contrito. Chiedigli di presentare al Signore quella buona volontà che la grazia fa germogliare dalla tua miseria come un giglio che fiorisce nel letame. Sancti angeli, custodes nostri, defenite nos in proemio, ut non pereamus in tremendo sudicio: santi angeli custodi, difendeteci nella battaglia, affinché non sia decretata la nostra morte nel tremendo giudizio” (Idem, E’ Gesù che passa, 63). Chiediamo alla Vergine , Regina angelorum, che ci insegni ad avere un rapporto di confidenza con gli angeli, particolarmente durante questa Quaresima. Di Francisco Fernàndez Carvajal Segnalazione di Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui) |