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Il caso Milingo e la legge del celibato sacerdotale PDF Stampa E-mail

Il caso Milingo e la legge del celibato sacerdotale Spesso si parla di sacerdoti che non sono stati fedeli ai loro impegni di consacrazione a Dio nel celibato e si vorrebbe porre rimedio chiedendo l’abolizione del medesimo. Giovanni Paolo II ha scritto: “[ogni cristiano che riceve il sacramento dell’ordine] prende la decisione per la vita nel celibato solo dopo essere giunto alla ferma convinzione che Cristo gli concede questo dono per il bene della Chiesa e per il servizio degli altri. È ovvio che una tale decisione obbliga non soltanto in virtú della legge stabilita dalla Chiesa, ma anche della responsabilità personale. Si tratta di mantenere la parola data a Cristo e alla Chiesa”. Il sacerdote si libera da ogni sollecitudine che gli impedirebbe di attendere alla perfezione, facendo sacrificio a Dio di quanto gli può appartenere, perché gli offre il possesso del suo corpo col voto di castità e quello dell’anima col voto di obbedienza (cfr. San Tommaso, Summa Theologiae, II-II, q. 186).

L'uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, non è soltanto carne ma soprattutto intelligenza, volontà e libertà: facoltà grazie alle quali diventa dominatore dei propri appetiti fisici, psicologici e affettivi. Come dice Gesù riguardo al celibato, non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso (Mt 19,12).

La Chiesa d'Occidente, fin dagli inizi del secolo IV, promosse e difese il celibato ecclesiastico, il cui obbligo fu sancito dal Concilio di Trento e inserito nel Codice di Diritto Canonico. Il motivo vero e profondo del sacro celibato è la scelta di una relazione personale più intima e completa con il mistero di Cristo e della Chiesa a vantaggio della intera umanità. Dice Paolo VI: “A volte la solitudine peserà dolorosamente sul sacerdote, ma non per questo egli si pentirà di averla generosamente scelta.

Anche Cristo, nelle ore più tragiche della sua vita, restò solo, abbandonato da quelli stessi che Egli aveva scelti a testimoni e compagni della sua vita e che aveva amati fino alla fine (Gv 13,1), ma dichiarò: Io non sono solo, perché il Padre è con me (Gv 16,32)”.

Recentemente i giornali hanno parlato del caso Milingo. Ecco cosa risponderebbe Papa Montini a Milingo e a quanti chiedono la dispensa dal celibato: “Oh, se sapessero questi sacerdoti quanta pena, quanto disonore, quanto turbamento essi procurano alla santa Chiesa di Dio, riflettessero quale era la solennità e la bellezza degli impegni assunti, e a quali pericoli essi vanno incontro in questa vita e a quella futura, essi sarebbero più cauti e più riflessivi nelle loro decisioni, più solleciti alla preghiera e più logici e coraggiosi nel prevenire le cause del loro collasso spirituale e morale”.

A noi cristiani non resta che pregare, con le parole di San Pio X: "O Gesù, donaci Sacerdoti che siano Angeli per purezza, tutti perfetti nell’umiltà, pieni di santo amore, eroi di sacrificio, apostoli della Tua gloria, salvatori e santificatori delle anime. Cuore Sacerdotale di Gesù, donaci santi sacerdoti. Cuore Immacolato di Maria, donaci santi Sacerdoti".

di Raimondo Mameli

 
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